Lorenzo Minotti socio del Rotary Club Cesena, già calciatore del Parma e della Nazionale di calcio vicecampione del mondo a Usa 1994, attuale commentatore Sky ha raccontato nei giorni scorsi alla conviviale online del Rotary Club Cesena, guidato da Francesco Zanotti, la sua straordinaria carriera di calciatore. La sua parabola è partita da San Giorgio di Cesena. Poi, con dedizione e sacrificio, è arrivata ai vertici del calcio mondiale.
La promessa del calcio nella mia famiglia
“La promessa del calcio nella mia famiglia – ha detto Minotti – doveva essere mio fratello maggiore. I miei genitori avevano l’edicola del paese e io ho vissuto sempre in mezzo ai giornali sportivi e alle figurine dei calciatori. Fin da ragazzo ho avuto la passione per lo sport, non solo il calcio. E quando la squadra della primavera del Cesena convocò mio fratello anch’io venni chiamato a farne parte. Così iniziò la mia carriera calcistica”.
A quel tempo, ha aggiunto Minotti, “frequentavo Ragioneria a Cesena dove ho conosciuto mia moglie Debora. Quegli anni sono stati molto formativi. Spesso, a causa degli allenamenti, dovevo studiare la mattina presto prima di prendere l’autobus che mi portava a scuola perché alla sera tornavo a casa troppo tardi e stanco dagli allenamenti. La costanza e il destino mi hanno portato, anni dopo, ad entrare a far parte del Parma calcio e da lì la mia carriera di calciatore ha preso il volo. Mi sono reso conto ben presto di quanto la vita fosse stata generosa con me e sono convinto che il bene che riceviamo vada in qualche modo restituito. Per questo decisi di fare da primo testimonial della campagna per le adesioni all’Associazione donatori midollo osseo (Admo). A stretto giro si unirono anche il campione della Formula 1, Ivan Capelli e il fuoriclasse pallavolista, Andrea Giani. La campagna di adesione all’associazione benefica fu un grande successo”.
La vita degli uomini è lunga mentre quella professionale del calciatore è breve
La vita degli uomini è lunga mentre quella professionale del calciatore è breve e costellata di alti e bassi, come spesso accade anche per la carriera professionale di ognuno di noi, ha continuato Minotti. “Così arrivarono anche i momenti difficili nella mia carriera, ma sono convinto che, come scrive San Paolo che “Tutto concorre al bene per quelli che amano Dio”. E infatti questi momenti furono l’occasione per restare più vicino alla mia famiglia e vedere la nascita del nostro secondo figlio. La famiglia per me è stata sempre molto importante e le mie scelte professionali sono state fatte in base anche alle esigenze familiari”.
“Nella mia carriera calcistica – ha ricordato Minotti – sono stato anche team manager e se dovessi dare un consiglio ai giovani calciatori di oggi gli direi che non basta sapere come si gioca, ma bisogna saper fare ovvero mettersi alla prova sul campo da gioco e saper essere persone in grado di affrontare gli imprevisti che il gioco, e soprattutto la vita, ogni giorno ci propone”.
I giovani calciatori hanno bisogno di avere validi allenatori
I giovani calciatori hanno bisogno di avere validi allenatori che sappiano coinvolgerli e far emergere il meglio di loro anche a livello personale. “Solo grazie a un ambiente accogliente – ha proseguito Minotti – le persone danno il meglio di sé, in qualsiasi attività lavorativa”.
Per quanto riguarda la recente vicenda della nascita, subito fallita, della Superlega di calcio, “questa esprime – ha concluso Minotti – l’evidente problema delle società di calcio di oggi: renderle sostenibili dal punto di vista economico. La pandemia ha accentuato difficoltà già presenti da alcuni anni”.
di Maurizio Cappellini