Paul Harris,fondatore del Rotary |
L’avvocato Paul Harris è stato il fondatore del Rotary, il primo ed il più internazionale dei “service club”.
Nato a Racine, Wisconsin (USA), il 19 aprite 1868, Paul era il secondo dei sei figli di George N. Harris e di Cornelia Bryan Harris. All’età di tre anni si trasferì a Wallingford Vermont, affidato alle cure dei nonni paterni.
Sposato con Jean Thompson Harris (1881 1963) non ebbe figli.
Ha ricevuto una L.L.B, dall’Università dello Iowa ed una L.L.D, onoraria dall’Università dei Vermont.
Paul Harris si dedicò a diversi lavori, cronista di un quotidiano, attore di una compagnia teatrale, cowboy e viaggiò in lungo ed in largo per gli USA e l’Europa vendendo marmi e graniti.
Nel 1896 si recò a Chicago per fare pratica in legge.
Una sera Paul si trovò a visitare l’abitazione in periferia di un collega di lavoro.
Dopo cena, mentre passeggiavano per il quartiere, l’amico lo presentò a diversi commercianti ed artigiani del quartiere.
Fu qui che Paul concepì l’idea di un club che fosse in grado di rinnovare lo spirito di amicizia tra uomini d’affari di piccole comunità ed allargare le conoscenze professionali.
Il 23 febbraio del 1905, in uno degli uffici dell’ Unity Building ancora oggi esistente a Chicago e recentemente restaurato per ospitare i cimeli ed i ricordi dei soci fondatori, Paul formò il primo club con altri tre uomini d’affari: Silvester Schiele, commerciante di carbone: Gustav Loehr, ingegnere minerario, Hiram Shorey, sarto.
Paul Harris chiamò il nuovo club “Rotary”, poiché i membri si riunivano a rotazione nei luoghi di lavoro o a casa degli altri soci.
Era questo un sistema che aveva lo scopo di far conoscere ad ogni socio l’attività degli altri.
I quattro soci fondatori erano di discendenza nazionale diversa (americana, tedesca, svedese e irlandese) ed appartenevano anche a fedi religiose diverse (protestante, cattolica ed ebraica).
Erano un prodotto di quel grande crogiolo che era ed è l’America e, sotto questo aspetto, erano i progenitori più adatti a dar vita a quel grande movimento internazionale che sarebbe poi diventato il Rotary International.
Dopo l’ammissione di un quinto socio, il tipografo Harry Ruggies, il gruppo prese ufficialmente il nome di Rotary Club di Chicago.
Paul Harris non volle assumere alcuna carica nel nuovo club e non ne divenne presidente se non due anni più tardi.
La notizia della nuova organizzazione si diffuse rapidamente e ben presto il numero dei soci si incrementò a tal punto da rendere poco pratiche le riunioni negli uffici dei soci.
Nacque così l’usanza di tenere le riunioni settimanali presso ristoranti o alberghi.
Presto Paul si convinse che il Rotary club avrebbe potuto trasformarsi in un importante movimento di servizio e si impegnò per estendere li Rotary nelle altre città, poiché egli non fu mai dell’idea che il club di Chicago dovesse esistere unicamente allo scopo di favorire gli affari dei soci che ne facevano parte.
Egli credeva con tutto se stesso nei valori dell’amicizia e fin dall’inizio sperò che in ambito civico il club avrebbe intrapreso delle iniziative di più ampio respiro.
Nel 1907, due anni dopo la fondazione, fu varato il primo progetto in favore della collettività: la costruzione, nei pressi dei municipio, di, toilettes pubbliche: la prima infrastruttura del genere creata a Chicago.
Tre anni dopo la fondazione dei club di Chicago fu creato un secondo club a San Francisco e l’anno seguente si aggiunsero all’elenco altri tre club.
Nel 1910, sparsi in tutti gli Stati Uniti, c’erano 16 club con oltre 1.500 soci.
I primi tentativi di Paul Harris di costituire un club fuori dai confini degli Stati Uniti furono coronati dalla fondazione dì quello di Winnipeg, in Canada, avvenuta nel 1911 dopo una lunga serie di approcci negativi.
Fu così che il Rotary divenne internazionale.
Il primo Rotary Club che venne costituito in un paese non di lingua inglese fu, nel 1916, quello cubano dell’Avana, disciolto poi nel 1979.
Il Rotary cominciava quindi ad oltrepassare non solo i confini nazionali, ma anche le barriere linguistiche, senza tuttavia acquisire una dimensione veramente mondiale sino agli anni venti, allorché si diffuse in tutta l’Europa continentale e raggiunse l’America meridionale e centrale, l’Africa, l’Australia e l’Asia.
Tale diffusione, attestata dall’universalità dei sodalizio, ha provato e prova che i principi su cui esso si basa hanno ancora una vitalità così intensa ed esercitano un richiamo così forte da superare ogni differenza di razza, religione, lingua e nazionalità.
Paul divenne celebre anche in altre attività civiche e professionali.
Divenne il primo Presidente del consiglio di amministrazione della “Easter Seal Society of Crippled Children and Adults” e della “International Society for Crippled Children” (attualmente ribattezzata con il nome di Rehabilitation lnternational).
Divenne membro del consiglio di amministrazione della “Chicago Bar Association” e delegato al Congresso Internazionale di Legge ad Hague, nonché membro di commissione dell’ American Bar Association.
E’ stato insignito del “Silver Buffalo Award” dall’Associazione dei Boy Scouts d’America per il suo impegno verso la gioventù attraverso programmi culturali ed assistenziali ed è stato decorato dai governi del Brasile, Cile, Repubblica Dominicana, Ecuador, Francia e Perù.
Paul mantenne il suo ufficio legale per tutta la durata della sua vita.
Viaggiò moltissimo e fu invitato a parlare ai Rotariani in numerose “Conventions” annuali, riunioni distrettuali e regionali.
Quando il Presidente emerito del Rotary International Paul Harris mori, il 27 gennaio 1947, il suo sogno era cresciuto da incontro informale di quattro uomini a circa 6.000 clubs sparsi in tutto il mondo.
Cinquanta anni dopo, nel 1997, il Rotary International contava l.193.681 membri, 28.284 clubs, 518 distretti sparsi in 155 paesi.
Nell’ambito della Rotary Fondation è stata creata la Paul Harris Fellow, la più nota tra le forme di riconoscimento verso soci che si sono particolarmente distinti in opere di beneficenza e servizio.
Subito dopo la scomparsa di Paul Harris venne varato il primo programma di borse di studio della Fondazione Rotary dedicato al fondatore del sodalizio, il quale aveva tanto fermamente creduto all’azione internazionale.
Per l’anno scolastico 1947-48 furono dunque assegnate 18 borse di studio a studenti di sette paesi diversi (le borse di studio conferite sono di sei tipi: per laureati, per studenti universitari, per la formazione professionale, per il giornalismo, per insegnanti di handicappati e per la libertà dalla fame).
Nella sua autobiografia “My Road to Rotary”, Paul Harris paragona la potenza dei Rotary al corso di un fiume maestoso: “Il grande fiume è la somma totale dei contributi di centinaia, forse anche di migliaia di piccoli ruscelli che vi affluiscono dalle colline e dai monti, mormorando dolcemente, impazienti di tuffarsi nella sua corrente.
A questo si può paragonare l’espansione dei Rotary.
Esso è diventato grande per la dedizione ed il contributo di migliaia di rotariani di tanti paesi.