Messaggio del Presidente
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Jonathan B. Majiyagbe
Presidente del R.I.
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Tendi la mano
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Luglio 2003
Amici e colleghi rotariani,
gli abiti che indossiamo riflettono la nostra formazione ed il nostro retaggio culturale.
Basta guardare all'impressionante varietà di indumenti tradizionali che i Rotariani indossano con orgoglio al congresso internazionale, all'assemblea di Anaheim e ad altri incontri importanti.
Eppure, nella diversità degli usi e dei costumi, i Rotariani riconoscono un tratto comune a tutte le culture: l'ideale dei servire, la necessità di aiutare i bisognosi ovunque vivano e a qualunque cultura appartengano.
Nei mesi a venire, questa colonna esporrà alcuni degli indumenti tradizionali che esprimono la diversità dei Rotary, per dimostrare come l'abito non alteri il nostro impegno collettivo di Servire al di sopra di ogni interesse personale.
Mediante il tema di quest'anno, chiedo a tutti i Rotariani di Tendere la mano, non solo per aumentare il numero dei soci ma anche per conservare quelli attuali.
È questo un obiettivo che possiamo conseguire creando in ogni Club una Commissione Famiglia del Rotary, incaricata di rendere più "familiare" l'esperienza associativa.
A questo fine, dobbiamo sforzarci di accogliere e includere i familiari dei soci - coniugi, figli, vedove e vedovi - nelle attività e nelle ricorrenze dei nostri Club.
Più potremo contare sulla loro presenza e sul loro aiuto e maggiori saranno l'efficacia e il valore delle nostre iniziative.
Oggi milioni di persone vivono in condizioni di avvilente povertà.
Nei Paesi più poveri, uomini e donne si coprono letteralmente di stracci perché non hanno indumenti, mentre i loro figli vanno in giro nudi, rivelando sui corpi emaciati i segni inconfondibili della denutrizione.
Per quanto impressionante, si tratta di uno spettacolo tutt'altro che raro nel mondo in via di sviluppo, come parecchi Rotariani ben sanno.
In molte nazioni africane come quella da cui provengo, la povertà e la miseria hanno un volto riconoscibile nei suoi tratti più devastanti.
Ma la povertà e la miseria hanno molte facce.
Nei Paesi più ricchi, possono essere dissimulate in maniera tale che sia più facile ignorarle.
Eppure quasi ogni comunità ha persone bisognose.
Come Rotariani, abbiamo il dovere di aprire gli occhi e guardarci attorno, imparare a riconoscere coloro che non hanno casa, assistenza medica, cibo ed altre cose essenziali che troppo spesso diamo per scontate, e dobbiamo affrontare questi problemi con compassione e pragmatismo.
Chiedo pertanto a tutti i Rotariani di considerare l'allegazione della povertà la priorità numero uno di quest'anno.
Le altre aree d'intervento, delineate nel programma degli Attestati presidenziali per il 2003-04, ci esortano a Tendere la mano promuovendo e sostenendo iniziative sanitarie, educative o di alfabetizzazione.
Quest'anno il R.I. ha istituito quattro task force - Famiglia dei Rotary, Alleviazione della povertà, Sanità e Alfabetizzazione e istruzione - al fine di aiutare i Club e i Distretti ad intervenire con maggiore efficacia in queste aree.
Dobbiamo inoltre sostenere finanziariamente la Fondazione Rotary in modo da assicurare la crescita dei suoi programmi.
Questo è il 99° anno di vita dei Rotary, la più antica e prestigiosa organizzazione umanitaria di Club di servizio dei mondo.
È un piacere ed una soddisfazione per tutti poter contribuire ai preparativi per le celebrazioni dei Centenario, dell'eliminazione definitiva della polio e dei conseguimento dei master da parte della prima classe di Borsisti rotariani per la pace.
Sono certo che Tendendo la mano, sia individualmente che collettivamente, possiamo iniziare il nuovo secolo moltiplicando la nostra capacità di servire il prossimo.
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Jonathan B. Majiyagbe
Presidente del Rotary International |