Il
Teatro "Alessandro Bonci", edificio di struttura
neoclassica, fu costruito sull'antico Teatro Spada. I lavori cominciarono
il 5 agosto 1843, secondo il progetto dell'architetto Vincenzo Ghinelli. L'inaugurazione
e l'apertura avviene tre anni dopo, il 15 agosto 1846, con la rappresentazione
di due opere: la "Maria di Rohan" e "I Lombardi".
Da questo momento il Teatro di Cesena si distingue per la rappresentazione
delle migliori produzioni liriche e drammatiche interpretate dai più
valenti artisti. Ma è soprattutto come teatro lirico che il Bonci eccelle.
All'esterno l'edificio presenta un'elegante facciata di stile neoclassico,
preceduta da un atrio e scandita da colonne reggenti un timpano triangolare
nel quale sono rappresentate in bassorilievo le figure allegoriche del Savio
e del Rubicone. Il frontone sottostante è decorato con bassorilievi
dedicati al dio delle Arti e alle Muse della Tragedia, della Commedia e del
Poema Epico. All'interno la platea è di forma semicircolare preceduta
da un ampio atrio.
La cavea è suddivisa in quattro ordini di palchi più il loggione.
In tal modo l'edificio, secondo il Ghinelli, rispondeva ai tre postulati fondamentali
di eleganza, armonia e perfezione.
Lo spazioso palcoscenico permette per le sue notevoli dimensioni le più
ampie possibilità sceniche.
Una struttura teatrale pubblica e stabile mancò a Cesena fino a tutto il Settecento.
La prima sala vera e propria fu costruita nel 1796 all'intemo del palazzo
della famiglia Spada che, al pari di altri importanti edifici cittadini, da
tempo ospitava gli spettacoli organizzati per l'aristocrazia locale.
Inaugurata nel 1797, la sala del teatro Spada era completamente in legno:
piccola e malsicura non rispondeva alle evolute esigenze di un teatro che
da nobiliare si avviava a divenire, se non popolare, borghese. Per questo,
nel 1838, la municipalità prese la decisione di demolire il palazzo
per costruire al suo posto un vero e proprio teatro.
Anche la posizione era ideale: sorto a fianco del giardino pubblico, il teatro
avrebbe accolto le diligenze entrate da porta Romana e rivelato ai forestieri
una città fornita di tutte le atrezzature pubbliche che, secondo il
moderno pensiero urbanistico, erano divenute indispensabili.
Il progetto fu affidato all'architetto Vincenzo Ghinelli: i lavori ebbero
inizio solo nel 1843 e la sala fu inaugurata nell'agosto di tre anni dopo.
La prima stagione fu organizzata con sfarzo: si pensi che per i ruoli protagonistici
della donizettiana Maria di Rohan furono a Cesena il soprano Teresa De Giuli
Borsi, alla vigilia della partenza per il Teatro Imperiale di Pietroburgo,
e il tenore Gaetano Fraschini, prediletto di Giuseppe Verdi e primo interprete
di Attila, de Il Corsaro, di Alzira, Stafelio e Un ballo in maschera. Protagonista
del ballo che tradizionalmente accompagnava ogni rappresentazione operistica
fu poi la celeberrima Fanny Essler.
Nei decenni successivi il teatro avrebbe maturato una tradizione melodrammatica di tutto
rispetto nella quale brillano (per limitarci al passato più remoto)
i nomi di Teresa Stolz (Guglielmo Tell, 1865), di Giuseppe Borgatti (Tosca,
1903) e, soprattutto, di
"Alessandro Bonci" (Faust nel 1904
e Requiem di Verdi nel 1927).
Al grande tenore cesenate il teatro sarebbe poi stato dedicato.
A partire dalle trionfali recite del 1862 della compagnia di Adelaide Ristori
anche la prosa ha avuto un ruolo importante nella storia del teatro, che ospita
tuttora regolari stagioni. Il modello cui la facciata si ispira è quello
consueto di derivazione piermariniana: un robusto portico bugnato sostiene
un più elegante colonnato ionico con timpano triangolare.
Le decorazioni a bassorilievo, eseguite dal bolognese Gaetano Bernasconi,
raffigurano Il Savio e il Rubicone con lo stemma comunale nel timpano e figure
mitologiche negli undici riquadri posti sotto la trabeazione.
La sala ha pianta a ferro di cavallo, tre ordini di palchi e due gallerie.
La bottega del ferrarese Francesco Migliari eseguì tutte le decorazioni.
Nel notevole soffitto un complesso apparato floreale contiene quattro riquadri
con episodi della "Divina Commedia":
"L'incontro di Dante
e Virgilio con le Furie", "Il Conte Ugolino che uccide i figli",
"Dante e Virgilio al Purgatorio" e "L'apparizione del Padre
Eterno".
Nei medaglioni, figure allegoriche rappresentano
"Il Melodramma",
"La Tragedia", "La Musica" e "La Poesia".
Dell'originario apparato decorativo mancano oggi il sipario dipinto da Antonio
Pio (Dante condotto dall'Italia al Tempio della Gloria) e il lampadario che,
però, si vogliono ancora esistenti. Si conservano le macchine sceniche
un tempo utilizzate per produrre i rumori di grandine, tuoni e fulmini.
P.zza Guidazzi
Tel. 0547-355911 (custode) Tel. 0547-355711 (Teatro Bonci)
Sito Web:
http://www.teatrobonci.it
E-Mail:info@teatrobonci.it