Globalizzazione e antropologia nel dibattito culturale sulla crisi attuale:
la funzione storica del Rotary International.

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Ci sono alcuni fenomeni storici che cambiano la prospettiva in cui viviamo e si ravvivano in una nuova terminologia. Oggi assistiamo a una preminenza economica su quella politica: la finanza internazionale, la "tecno finanza",o finanza "creativa", ha assunto un notevole peso sullo stato di salute delle economie nazionali con l'espansione delle multinazionali.
La cultura di massa è consumista e individualista con il trionfo dei canali mediatici a sfondo pubblicitario in ogni direzione.
I rapporti sociali e di lavoro sono divenuti più precari con la "delocalizzazione", il degrado ambientale aumenta e si accentua la distruzione della biodiversità, i flussi migratori sono massici con l'esplosione delle diseguaglianze nord-sud, proliferano i paradisi fiscali e si moltiplicano le guerre con la minaccia del terrorismo.
Siamo di fronte a una crisi culturale che è stata chiamata della "morte dell'uomo". La nostra generazione in precedenza aveva assistito negli anni ‘60 al dibattito culturale sulla "morte di Dio"(God is dead? La copertina della rivista Time è del 1966) che in realtà era una perdita di senso esistenziale in un dilagare scomposto della "mercificazione" della vita. La morte di Dio diventa la morte dell'uomo.
Da un punto di vista politico si aggiunge che la morte del comunismo (vetero…?) comporta anche quella del capitalismo (vetero…?). Sappiamo tutti che ogni vero liberalismo è una democrazia rappresentativa di liberi ed eguali con a fondamento la dignità umana.
La terminologia usata per una sintesi critica di questi fenomeni è "globalità" per la percezione di una stretta interconnessione tra loro e "globalizzazione" per un processo in atto inarrestabile di una diffusione storica che ebbe le sue radici nella nascita del mondo moderno con la colonizzazione e che trova il suo sviluppo attuale dopo la caduta del Muro di Berlino e delle ideologie totalitarie e l'accentramento dei poteri decisionali in un punto unico che è Wall-Street e gli USA.
Chi ha cercato di trovare un nesso culturale più profondo ha usato l'espressione di "società liquida" da un punto di vista sociologico con alla base la psicologia dell' "incertezza", o insicurezza, (1) che i filosofi definivano angoscia (Die Angst) per la mancanza di ogni parametro solido di riferimento. Si diventa sempre più liberi in un "mondo virtuale", ma sempre più poveri nella realtà dove ognuno è lasciato a se stesso, in una solitudine anomica, senza regole. Oggi si usa il termine "solitudine del cittadino globale". Si è detto che la "nuova povertà" ha soltanto due punti di riferimento, quello della società avanzata in cui si vive e si perde terreno ogni giorno, e quello rispetto alle società del sottosviluppo in cui si muore di fame e di sete.
Il potere decisionale definitivo è ai mercati e a chi riesce a farsi portavoce insindacabile del "linguaggio delle cifre" che è quello delle Borse. Il linguaggio del potere ora è quello delle Borse.
Manca un potere mediatore che riesca a porsi al di sopra di questo "gioco speculativo".
La religione è una via al fanatismo o alla comprensione fra i popoli? Una prima decisiva soluzione è nella risposta a questa domanda.
Riusciamo a trovare un linguaggio comune nella Babele delle tragiche diseguaglianze di fatto?
Riusciamo a comprendere che può esserci una reciprocità di rapporti sulla base di una comune aspirazione a ciò che ci eleva?
Il dialogo tra le generazioni è interno alla nostra società in rapida trasformazione, ma ci deve essere anche quello dei rapporti tra genti di lingua e formazione diverse.
La migliore definizione per la funzione storica del Rotary International è "Brotherood of leadership", una fraternità di guida, il potere del servire, del rendersi utili in quel che possiamo fare. Però manca uno studio delle intese tra la cultura pragmatica americana e la cultura europea dell'umanesimo della persona. Che cosa unisce la ricomposizione classica delle Stanze di Raffaello alla decomposizione pubblicitaria della Pop Art di Woody Allen? La cultura della persona di Paul Harris ha le sue radici nell'evangelismo dei nonni del Vermont con ascendenze nei Padri Pellegrini in fuga dalle strettoie dell'Europa.È indubbio che la Self-reliance, la fiducia in se stessi, del trascendentalismo di Ralph Emerson e l'inno alla democrazia di massa di Walt Whitman
(Canto me stesso, e celebro me stesso,
E ciò che assumo voi dovete assumere
Perché ogni atomo che mi appartiene
anche a voi…) alitano nel cammino di Paul Harris verso l'apertura umanitaria che è il suo Rotary.
"Ci sono certamente importanti persistenze del pensiero dell'Umanesimo che arrivano, mediate dagli empiristi inglesi e gli illuministi meno accesi, sino ai valori fondanti del Rotary: integrità, convivialità, corresponsabilità, fattività, tolleranza. Sarebbe ingenuo ridurre l'evocazione di PH del Vermont ad un mero idillio pastorale degno dell'Arcadia. Quello che sorregge il Rotary é un pensiero forte che viene da lontano. Proprio nelle nostre città del Distretto 2070, da una parte e l'altra dell'Appennino, ha avuto origine e si é sviluppata la consapevolezza della centralità dell'Uomo grazie al superamento della contraddizione tra sapere e fare, in una visione complessiva della persona mai riducibile a mero individuo. Questo può essere un percorso affascinante verso il quale possiamo avviarci, come ha fatto Mario Zito del Bologna Est riflettendo sul libro di PH "La mia strada verso il Rotary", certi di trovare riscontri e continuità."
Il Rotary di Paul Harris è partito dalla solitudine dei mercati della Chicago di Al Capone e ha cercato di salvare ciò che vi può essere di comune tra uomini che cercano nuove regole in una competizione selvaggia: un poco di amicizia tra uomini sbalestrati nell'angoscia della "società del rischio"(2), per vincere il male di vivere dove ciascuno si sente un osso di seppia sballottato dalle ondate e non ci sono muri con in cima cocci aguzzi di bottiglia che ti possano riparare dai guasti ricorrenti.
Siamo alla vigilia di una separazione del 2070, il Distretto della cultura in Italia per il Premio Galilei.
Tristano Bolelli ci ha insegnato che la nostra lingua, la lingua di Dante va difesa, ma che ci sono segreti in ogni lingua da comprendere, come in una lingua sola in cui si riversano le aspirazioni del lavoro e della dignità umana.
Francesco Barone ci ha detto che il linguaggio delle macchine più sofisticate che ci portano il mondo in casa è sempre un linguaggio umano se riusciamo a controllarlo. Il cammino della scienza si costruisce su scelte prioritarie e alla base della vita Rotariana è vincolante una scelta morale.
Giovanni Padroni lo scorso anno rotariano in una Prato invasa dai lavoratori cinesi del mondo del tessile ci ha insegnato quali sono le strategie per incontrarci in una "società complessa" andando al di sopra di noi stessi. La strategia responsabile di Michael Porter di Harvard cercava di uscire dalle strettoie del neoliberismo di Milton Friedman di Chicago, imperante nella logica del mercato con un individualismo sfrenato, "la mano libera nel mercato del lavoro".
L'amico Fulvio Janovitz ci richiama a quel che succederà su scala globale con il sopravvenire delle economie del BRIC e al cataclisma non solo finanziario che si presenterà.
Le prime avvisaglie ancora scomposte sono in Occupy Wall Street, una fusione di Primavera araba e Ribellione giovanile contro chi si arroga ogni potere sul risparmio sociale. Accludo a queste considerazioni un aggiornamento puntuale delle proposte di Giulio Zucchi sul codice etico già presentate a Prato dopo le analisi di Giovanni Padroni sulla società complessa.
Accanto alla tomba di Dante ricordiamo The Waste Land e i Quartetti di T.S.Eliot, il miglior interprete di una tradizione dantesca nella crisi del nostro tempo: "Nella nostra Fine è il nostro Principio". E "Nel nostro Principio è la nostra Fine". C'è sempre una smagliatura per uscire dalla rete del nostro tempo, una fessura nella nostra murata, quando riusciamo a levarci un poco al di sopra del nostro "particulare", gettando ponti.
La cultura rotariana è la cultura del Ponte. The Bridge Builder, il costruttore di ponti, è la poesia della scrittrice del Tennessee Will Allen Dromgoole (1860-1934). Il vecchio dopo avere attraversato i gorghi ritorna indietro con le sue ultime forze a gettare un ponte. Per chi? Per chi viene dopo, troppo giovane e non sa quali abissi possano spalancarsi nel buio della notte. Oggi dobbiamo costruire il "nostro global bridge", ma non solo per noi.
Note. (1)"Incertezza costante" e "società liquida" sono due punti focali nell'opera di Zigmunt Bauman:…"La modernità ha due meccanismi regolatori: il primo è la migrazione, data da un numero di persone in eccesso che non corrispondono all'immagine di ordine prescritta dalla modernità, la quale sta ordinando ossessivamente una realtà caotica. L'altro è il progresso economico che svaluta il lavoro manuale e che danneggia il capitale individuale, costringendo le persone a migrare altrove".La" solitudine del cittadino globale" ne è la prospettiva, campo di possibilità e chiusura in se stessi.
(2)La "società globale del rischio" (Risikogesellschaft) è una espressione di Ulrick Beck che ha suscitato interventi sul diritto internazionale.

    Pietro Castagnoli
www.webalice.it/castagnoli.pietro

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