Uno sguardo sui cieli…


Ci sono molti modi di avvicinare la genialità di Galileo Galilei: le responsabilità e i limiti dello scienziato, la scoperta del metodo sperimentale nella storia del pensiero scientifico, la demarcazione tra il linguaggio matematico della scienza e quello religioso sul senso della vita, l'uso degli strumenti che ci possiamo costruire per vedere il mondo con occhi nuovi.
È quest'ultima la via seguita nell'ultima conviviale dal professor Pier Luigi Battistini, già illustre docente di astronomia all'Università di Bologna.

Pierluigi Battistini

Il Presidente Umberto Selleri lo aveva invitato a parlare di Galilei al Rotary e il tema era originale: "Il genio che ha avvicinato l'universo all'uomo".
In effetti, la vera rivoluzione che è alla base di ogni altra è lo stupore provato da Galilei che si era costruito ad arte il suo telescopio nel vedere a portata di mano i corpi celesti, la luna, i pianeti di Giove, le macchie solari, gli anelli di Saturno, e nel meravigliarsi che non erano perfetti e immutabili, incorruttibili, come credevano gli antichi astronomi, ma come la nostra terra.

Pierluigi Battistini

Di qui le conseguenze sulle mutazioni e sui cambiamenti di questi corpi che non erano tanto "celestiali".
È il crollo di una tradizione millenaria.

Pierluigi Battistini

Il prof. Battistini ha presentato le varie tappe della vita di Galilei, il carico familiare alla morte del padre, l'insegnamento a Padova e poi a Pisa con le difficoltà di mantenere la propria famiglia e le figlie, le incomprensioni e la condanna da parte della Chiesa per la tesi della rotazione della terra intorno al sole,la vecchiaia da cieco confinato nella sua villa ad Arcetri assistito dalla figlia Virginia,Suor Maria Celeste, ma quel che ha colpito è l'attenzione nel seguire al vivo i vari testi che hanno segnato la sua evoluzione nelle scoperte, parallelamente agli strumenti che si forgiava con i suoi tecnici, dal regolo calcolatore al perfezionamento del cannocchiale come telescopio con il giuoco delle lenti convesse e concave e la loro distanza in un tubo:uno strumento per guardare i corpi celesti, come nessuno aveva pensato prima e per mettere in questione affermazioni mai provate.
È un susseguirsi di osservazioni,dal Sidereus Nuncius del 1610, l'Avviso astronomico, al Saggiatore, al Dialogo sopra i due massimi sistemi, quello tolemaico e copernicano, del 1632, alla condanna e all'abiura, e alla prosecuzione delle sue ricerche, nonostante la condanna al silenzio, con il capolavoro Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze, del 1638, pubblicato in Olanda, fino alla morte in completa cecità l'8 gennaio 1642, l'anno in cui nasce Isacco Newton che ne continuerà l'opera in un contesto culturale esaltante.

    Pietro Castagnoli
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