La questione italiana e il doppio salto mortale di Luigi Carlo Farini
Il prof. Roberto Balzani, sindaco di Forlì, è stato ospite del Rotary Club di Cesena,i l I° di Aprile invitato dal presidente Umberto Selleri.
Il tema proposto era quanto mai suggestivo:"Come fu che la Romagna divenne italiana".
Soltanto un professore di storia contemporanea dell'Università di Bologna con molte pubblicazioni sul Risorgimento, dopo Giovanni Spadolini e Luigi Lotti ed in particolare sulla storia delle mentalità collettive e dei beni culturali, poteva rispondere con esemplificazioni dirette di situazioni e una trasparenza intellettuale senza pregiudiziali.
Il prof. Balzani ha cercato di far capire come si fosse giunti al biennio delle riforme 1859-60 e alla soluzione politica improvvisa, o meglio inaspettata, delle annessioni al Piemonte del Granducato di Toscana e soprattutto dell'Emilia che era un coacervo confuso di ribellioni nelle Legazioni Pontificie, verso una Unità d'Italia.
È la questione italiana che si intreccia con quella romana.
Seguirà poi la meridionale dopo il ‘60.
Queste le premesse: l'esaurimento progressivo delle insurrezioni mazziniane, lo scoppio delle contraddizioni del Papato "liberale" di Pio IX, il contatto degli esuli con il mondo inglese dopo che i francesi con Napoleone III erano diventati i protettori del Papato a Roma.
L'analisi accurata è sui personaggi dopo la caduta della Repubblica romana del '49,con Giuseppe Mazzini e Aurelio Saffi e il mondo inglese.
La trafila di Garibaldi inseguito dagli austriaci in Romagna, da San Marino, a Cesenatico, a Ravenna, a Modigliana con Don Giovanni Verità, è una copertura che non conosce tradimenti nella selvatica terra del Passatore.
Più facile è il percorso in carrozza attraverso il Granducato di Toscana.
Questa epopea silenziosa rivela la realtà di un "patriottismo emergente" che salda al di là di ogni contrasto di un individualismo endemico una regione che non esiste in una terra italica che viene considerata dagli stranieri luogo turistico per le sue bellezze naturali e i monumenti in rovina.
L'italia è solo il paese del Gran Tour per gli stranieri.
Sarà Luigi Carlo Farini di Russi, l'autore della lettera a Lord John Russell e del doppio salto mortale, a unire prima i sudditi dello Stato Pontificio e poi passarli al Piemonte, un trasferimento che si inserisce nei disegni espansionistici del Conte di Cavour.Inventa il termine Emilia sulla falsariga augustea della via consolare da Cattolica a Piacenza.
Personaggi come Massimo D'Azeglio e la denuncia dei casi di Romagna, Felice Orsini e gli attentati alle bombe, Luigi Carlo Farini,(il Barone Ricasoli per la Toscana), sono passati al vaglio dal prof. Balzani come gli interpreti decisivi di svolte tra le "Romagne"e il Piemonte, la Francia e l'Inghilterra, rapporti che mutano fino alla conclusione di una "fusione" politica in cui prevale una soluzione unitaria monarchica contro ogni forza centripeta e le aspettative della politica francese per un Regno centrale.
È un mutamento in sintonia con le forze in campo dello scacchiere internazionale.
Alla domanda sul Mazzini dopo la grande esperienza del '49 con Aurelio Saffi, una personalità di primo piano nei rapporti con l'Inghilterra, il prof. Balzani affronta anche il problema del Mazzini interprete della cooperazione sociale e dell'associazionismo come nuova frontiera,il Mazzini costruttore che può essere anticipatore di una Europa nuova.
Pietro Castagnoli
La questione italiana e il doppio salto mortale di Luigi Carlo Farini
'Come fu che la Romagna divenne italiana', questo il tema della serata che si è svolta la scorsa settimana presso il Ristorante Hotel Casali.
Relatore d'eccezione al Rotary Club Cesena, presieduto da Umberto Selleri, Roberto Balzani sindaco di Forlì.
Roberto Balzani è professore ordinario di Storia contemporanea presso la Facoltà di Conservazione dei beni culturali dell'Università di Bologna, sede di Ravenna, della quale è stato presidente fra il 2008 e il 2009.
Dal giugno del 2009 è sindaco del Comune di Forlì.
Nel suo intervento il professor Balzani ha raccontato, in modo avvincente ed appassionato, le vicende e i personaggi principali del Risorgimento romagnolo.
Come ad esempio la trafila garibaldina.
"Garibaldi è uscito da Porta S. Giovanni, a Roma, la sera del 2 luglio 1849. I francesi – ha ricordato Balzani - hanno espugnato la città e la Repubblica romana è caduta. Ha con sé 4.000 uomini e 800 cavalli, Anita incinta e malata, e insomma ciò che è rimasto della milizia democratica. Lo braccano francesi e austriaci.
Utilizzando con abilità le guide a cavallo – ha proseguito Balzani - Garibaldi riesce a disorientare gli inseguitori e a non essere mai localizzato. Quando, però, raggiunge le pendici del monte Titano, quasi un mese dopo, il piccolo esercito si è ridotto a circa 1.500 effettivi, male armati e ormai senza cavalli. Il cerchio degli austriaci si stringe: la piccola Repubblica tenta un'impossibile mediazione. Garibaldi, con 250 fedelissimi, decide un'azione disperata, arrivare all'Adriatico e, di là, spingersi verso Venezia, che ancora sembra resistere.
Il primo agosto, il gruppo scende lungo la valle dell'Uso, devono passare la via Emilia e puntare sulla costa.
Ci riescono senza essere scoperti, una rete di patrioti, costruita all'istante, senza regia, senza un centro propulsore, sulla base di un passaparola immediato, dota Garibaldi di un mantello invisibile.
Il Generale mette la propria vita nelle mani di un popolo di sconosciuti.
Il 2 agosto, all'alba, su un piccolo convoglio di barche da 2 pescatori, lascia Cesenatico.
Intercettati da una squadra austriaca, sono costretti a prendere terra a Magnavacca.
È il 3 agosto e Garibaldi deve tornare in Romagna.
È Nino Bonnet, un fratello caduto sugli spalti di Roma, che si preoccupa di portare il Generale, Anita ormai morente e il capitano Leggero, fuori dalle paludi.
Gli altri hanno preso terra in vari punti e alcuni, catturati dagli austriaci, vengono fucilati.
Il 4 Anita arriva a Mandriole, non lontano da Sant'Alberto, dove è finalmente visitata.
Ma non c'è nulla da fare. Spira.
Garibaldi – ha spiegato Roberto Balzani - cuce lo spazio e connette in senso cooperativo il Risorgimento regionale".
Tanti i personaggi del Risorgimento in Romagna come, tra gli altri, Aurelio Saffi, Massimo D'Azeglio, Federico Comandini, Felice Orsini, Luigi Carlo Farini.
Uomini del Risorgimento dove l'ideale per il bene comune era più importante della stessa vita.
E forse questo è l'insegnamento più importante ovvero che sono gli ideali il vero motore del mondo e dei cambiamenti epocali.
Maurizio Cappellini