Imenei ed epitalami
Il 21 gennaio, all'Hotel Casali, al Rotary Club con l'invito di Wilmen Di Renzo Vianello il Presidente Umberto Selleri ha posto tutti i soci presenti davanti al problema fondamentale della famiglia di oggi: che cosa si può augurare in un'epoca di crisi a due giovani che si sposano? Con generosità Wilmen ha donato ad ogni socio presente il suo elegante volume sugli Imenei (il canto nuziale che presso gli antichi Greci accompagnava la sposa nella casa dello sposo) e sugli epitalàmi (canti di nozze, nella cultura classica la serenata cantata dalle giovinette che accompagnavano la sposa al tàlamo, la sera delle nozze).
Il titolo di questa amica scrittrice e colta professoressa che in passato ha raccontato la sua formazione nella laguna veneta, da Chioggia a Padova, e poi ha illustrato ogni aspetto della vita di Romagna, dalla gastronomia alle Ville patrizie, sempre con riferimento alla sua patria delle baruffe chiozzotte, è ironico come la sua verve veneta: "Quando la poesia va a nozze" e anche in copertina Il matrimonio di Pietro Longhi, inquadra nello spirito giocoso del Settecento la cerimonia degli sposi con passioni e ironia al tempo stesso.
Wilmen nella sua esposizione non tralascia nulla dei particolari della religiosità e poesia antica, specie greca, anche con i costumi del tempo e in particolare del Tìaso di Saffo per le giovanette bene che si preparano al matrimonio tra loro prima di convolare a nozze altrove, o della paidèia greco- romana con tanto di ragazzino da allevare da parte dell'adulto, una concezione dell'efebìa che il cristiano rifiuta e che pure con la pedofilia continua ancora come perversione.
Il costume di augurare agli sposi una vita felice oggi diventa sempre più privato, in un individualismo che porta all'effimero, ma alle origini era una consacrazione pubblica in cui si pregava e allo stesso tempo si univano destini famigliari e interessi di ogni tipo, patrimoniali o politici.
L'incontro di uomo e donna segna sempre un destino, un crocevia per i figli.
Oggi tutto ciò è messo in questione e il libro di Wilmen è uno specchio per chi vuol capire dove si va e a quale prezzo se si mette in crisi totale l'amore senza se e senza ma.
Pietro Castagnoli
www.webalice.it/castagnoli.pietro
Quando la poesia va a nozze
"Ho deciso di scrivere 'Quando la poesia va a nozze, imenei ed epitalami' (La Pieve Editore 2010) proprio oggi che il matrimonio nei suoi valori e nei suoi risvolti istituzionali e sociali sembra essere diventato un'impresa faticosa, da saltare a piè pari impugnando esigenze di libertà per non cadere nel buco nero della rinuncia quotidiana e, peggio ancora, della responsabilità personale".
Questo un passaggio dell'autrice Wilmen Di Renzo Vianello intervenuta all'ultima conviviale del Rotary Club Cesena, presieduto da Umberto Selleri, e tenutasi la scorsa settimana presso il Ristorante Hotel Casali.
"Ad incoraggiare questo mio viaggio intorno all'amore, alla donna e alla poesia è stato anche il piacere che ognuno, primo o poi, prova di misurarsi con la nostalgia.
Nostalgia della giovinezza, del tempo della scuola, e delle complicità maliziose.
Gli anni delle fantasie da cui farsi rapire, dei desideri da contrabbandare per realtà e degli amori senza radici da sagomare col batticuore nel pensiero.
Imenei ed epitalami – ha proseguito Wilmen Di Renzo Vianello – a loro modo, hanno alleggerito la tensione dello studio concedendo parentesi gioiose alle ragazze della mia generazione.
Ma allora noi eravamo pronte a scommettere che ai nostri sogni, sui quali nessuno poteva permettersi di alzare le mani, mai avremmo rinunciato.
Figlie della guerra con il carico già di molte delusioni, conoscevamo bene la necessità di doverci conquistare tutto, anche le emozioni.
Per molte i canti nuziali sono stati l'occasione di accostarsi, con Saffo e Catullo, alla poesia.
Quella con la lettera maiuscola che, in situazioni storicamente superate, mantiene il profumo dell'umanità.
Perciò entra nell'anima e diventa un modo di accarezzare i nostri turbamenti e di sentirsene gratificati.
Per quanto mi riguarda – ha detto la scrittrice - rivisitare imenei ed epitalami ha significato scioglierli affettuosamente dall'abbraccio dell'enfasi in cui il mio entusiasmo di scolara li aveva racchiusi dopo il primo incontro".
Indiscutibilmente i canti di nozze più belli appartengono all'antichità, alla letteratura dapprima greca e poi latina.
Ma la tradizione è continuata.
"Di questo genere di componimenti di qualità e tenore diversi – ha spiegato Wilmen Di Renzo Vianello - le opere e i frammenti che ci sono pervenuti rimangono addormentati nelle biblioteche, dopo aver conosciuto onori e critiche nel chiacchierato secolo dei lumi, via via fino all'ardimentoso ottocento che ha finito per farne una moda.
Vanno sotto il nome di epitalami ed imenei, dopo le meravigliose 'esercitazioni' degli antichi poeti, una varietà straordinaria di rime, lettere, disquisizioni scientifiche, meditazioni filosofiche fra miti ed allegorie".
La vasta produzione letteraria, in occasione delle nozze si risolve in un inno agli sposi, fatti uscire dall'ombra, presenti ed identificati con nome, cognome, titoli professionali e nobiliari.
"Epitalami ed imenei – ha proseguito - osservano e commentano 'la festa' da angolazioni differenti, e con particolarissime intenzioni che trovano posto sotto l'immancabile baldacchino della felicità.
Nella mia scelta, perché di scelta per ovvi motivi si tratta – ha detto la scrittrice - passano in rassegna attraverso lo sposo e la sposa di turno, famiglie della cosiddetta buona società cesenate, savignanese e riminese fra il 1700 e il 1800.
Concludono il mio viaggio attorno alla poesia per nozze le rime in dialetto veneto, ironiche e struggenti di Giorgio Scarpa, che alla metà ormai del secolo scorso sapeva regalare ancora epitalami agli amici in occasione dell'evento più festoso della loro vita".
Un viaggio da non perdere, come auspicato dal prof. Pietro Castagnoli nella sua prefazione al libro della professoressa Wilmen Di Renzo Vianello, che costringe a meditare su quel che abbiamo perduto e dobbiamo ritrovare, se possiamo.
Un 'viaggio' che è stato possibile anche grazie alla sponsorizzazione della Valpharma International SpA, azienda farmaceutica sensibile alla cultura e al suo mondo.
Maurizio Cappellini