Alle soglie del Big Bang.
L'acceleratore di particelle di Ginevra alle frontiere delle conoscenze e della tecnologia.
Il prof. Antonio Zoccoli dell'Università di Bologna ha portato al Rotary Club di Cesena nella Conviviale del 12 Novembre all'Hotel Casali il linguaggio universale della scienza.
Nulla di luciferino, anzi.
L'esordio era all'insegna del metodo sperimentale di Galilei: il linguaggio della natura si può comprendere con quello della matematica, una conoscenza che tenta di avvicinarsi a quello divino, in parallelo, ma senza sostituzioni ibride.
Il prof. Zoccoli ha dietro le spalle studi classici al Galvani di Bologna e una rigorosa preparazione scientifica a livello internazionale con più di duecento pubblicazioni.
Insegna Fisica generale all'Università di Bologna.
Chi vuole può leggersi in Internet il programma d'esame di Fisica sperimentale ai più alti livelli con le domande finali che costringono alla riflessione sui principi dei vari campi di ricerca sperimentale.
Il prof. Umberto Selleri, presidente del Club, che gli è parente, un cugino, ha quattro pagine di curriculum per presentarlo agli amici del Club.
Il prof. Zoccoli è' accompagnato dalla Signora Milena che invece si occupa di informatica ed è una presenza importante per chi si dedica interamente alla ricerca e alla formazione scientifica.
Ha un centinaio di slide che illustra una ad una per far capire che cosa si sperimenta con il Large Hadron Collider, in italiano Grande Collisore di Adroni, un acceleratore di particelle situato presso il Cern di Ginevra, il Centro europeo di ricerca nucleare fondato nel 1954 ed ora con l'adesione di oltre 20 nazioni, il più importante centro di ricerca mondiale.
Nell'ambito delle ricerche dell'acceleratore di particelle, suddiviso in quattro punti sperimentali il prof. Zoccoli fa parte dell'Atlas per raccogliere le informazioni che vanno confrontate poi con gli altri tre (CMS; LHCb; ALICE) che si propongono a loro volta le interpretazioni del materiale sperimentato.
Si tratta di lanciare fasci di protoni e ioni pesanti dagli acceleratori in duplice verso fino al super proto sincrotrone l'anello più esterno di 27 km.
in cui si sfiora la velocità della luce e nella collisione si producono gli effetti che sono avvenuti alle origini della materia, in quello che volgarmente chiamiamo il brodo primordiale.
La descrizione delle varie fasi della costruzione dell'acceleratore, la valutazione dei costi e delle difficoltà, comprese le conseguenze degli errori, è rigorosa, ma ancora più la possibilità di dare risposta ai problemi aperti dei fondamenti della fisica, l'unificazione dei campi di forza, l'origine della massa, le interazioni delle particelle, la materia oscura e l'energia oscura, l'antimateria e i buchi neri, problemi la cui soluzione aprirà nuove vie alla conoscenza della nostra vita nell'universo.
È chiaro che per un fisico il problema centrale pratico oggi è la ricerca di fonti energetiche ed il dibattito infatti vi si focalizza intorno, ma la risposta che il prof. Zoccoli dà è che si tratta di un problema di convenienze su cui riflettere con coscienza e senza deflettere da una visione complessiva della ricerca che ha i suoi limiti nel servizio all'umanità intera.
Una lezione così dettagliata da parte di un protagonista va fatta conoscere nelle scuole, in tutte, e il Presidente prof. Umberto Selleri ha raccolto in un dischetto le slide presentate ed altre che possono offrire a tutti, insegnanti e studenti, ma siamo tutti studenti in settori come questi, materia di riflessione e di studio approfondito.
Pietro Castagnoli
www.webalice.it/castagnoli.pietro
LHC, ai confini della scienza
"Ritenere la ricerca di base 'inutile' perché non finalizzata a scopi pratici è un colossale errore.
350 anni di storia della scienza e della tecnologia ci insegnano proprio il contrario.
Nessuna delle grandi 'innovazioni' che hanno realmente marcato il progresso sarebbe mai stata possibile senza la ricerca di base.
Il legame tra lo scopo della ricerca e la sua eventuale applicazione pratica è spesso impossibile da riconoscere a priori.
Per questo pensare di poter canalizzare a priori la ricerca, e saper individuare quella utile da quella 'inutile' è semplicemente sbagliato".
Questo un passaggio dell'intervento di Antonio Zoccoli, professore di Fisica Generale presso l'Università di Bologna e direttore della sezione di Bologna dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), all'ultima conviviale del Rotary Club Cesena, presieduto da Umberto Selleri, e tenutasi la scorsa settimana presso il Ristorante Hotel Casali.
Capire il mondo in cui viviamo e le leggi che lo governano è una sfida che l'uomo ha da sempre intrapreso.
Il Large Hadron Collider (LHC) di Ginevra oggi continua questa sfida.
"LHC di Ginevra – ha spiegato il professor Zoccoli – è il più potente microscopio al mondo per lo studio del mondo subnucleare, un progetto internazionale al quale contribuiscono 20 Nazioni del mondo e realizzato al Cern di Ginevra".
Di che cosa è fatto ciò che ci circonda? "Questo è l'interrogativo dell'uomo e – ha sottolineato Zoccoli - la stessa domanda ammette risposte diverse a seconda di chi risponde.
Un biologo dirà da organismi viventi, un chimico da molecole fatte da atomi, un fisico da atomi, protoni, neutroni e così via.
La fisica delle Particelle Elementari, che noi studiamo tramite LHC – ha detto Zoccoli - punta a rispondere alle due seguenti domande ovvero quali sono i costituenti fondamentali della materia e quali sono le forze che controllano il loro comportamento.
Questo – ha proseguito - richiede degli Acceleratori, potenti macchine che accelerano le particelle ad energie estremamente elevate e le portano in collisione con altre particelle.
Richiede anche Rivelatori, strumenti giganteschi per registrare le particelle prodotte mentre escono dal punto di collisione.
Computers, per raccogliere, immagazzinare, distribuire ed analizzare la grande quantità di dati prodotti dai rivelatori.
Solo una collaborazione mondiale di migliaia di scienziati, ingegneri, tecnici e staff di supporto può progettare, costruire e mettere in funzione queste complicate macchine".
LHC ha una lunghezza di 26,7 Km a 100 metri di profondità e la velocità a cui sono accelerati i protoni è prossima a quella della luce.
Questo si ottiene anche grazie a 9300 magneti superconduttori, raffreddati a -273 gradi centigradi.
Ogni esperimento di LHC riempirà di dati l'equivalente di 100 milioni di DVD ogni anno.
Il costo di realizzazione di LHC è stato di 6 miliardi di euro e la sua costruzione ha spinto i limiti di molte tecnologie come ingegneria, strumentazione, elettronica, computing e networking, organizzazione e analisi distribuite.
"LHC – ha concluso Zoccoli - è la più grande macchina mai costruita dall'uomo.
Una grande sfida scientifica e tecnologica.
Siamo partiti per un lungo viaggio alla frontiera della conoscenza".
Maurizio Cappellini