In memoria di Giovanni Cacciaguerra

Sabato 10 aprile è morto il Dott. Giovanni Cacciaguerra, “e’ nost dutor”, come l’ha chiamato un anziano contadino nella camera mortuaria, prima che la bara si chiudesse sopra di lui, spiegando, con le lacrime agli occhi, che molti anni prima gli aveva salvato la vita.
Proprio per esprimere la piena riconoscenza, tanti parenti, amici ed anonimi pazienti hanno voluto dare l’ultimo saluto a Giovanni, ricordandone la professionalità, l’umanità e la disponibilità profuse in ogni occasione, accompagnate da una innata discrezione.
Eravamo legati a lui non solo da vincoli di parentela, ma soprattutto da grande amicizia, affetto e stima reciproca.

Giovanni Cacciaguerra

È stato presente nella vita della nostra famiglia per motivi diversi ed anche in occasione di gravi malattie o interventi da lui eseguiti.
In molti è rimasto questo ricordo di lui: lo si poteva chiamare a tutte le ore del giorno e della notte, pronto a rispondere con un buon consiglio, con una competente rassicurazione o addirittura con una visita che faceva a domicilio, inforcando l’inseparabile bicicletta.
Fino all’ultimo mese di vita lo abbiamo visto immerso nella consultazione di libri e pubblicazioni di medicina e chirurgia, perché voleva documentarsi e aggiornarsi sia sulla sua malattia, sia su patologie per le quali amici e conoscenti non avevano cessato di chiedere pareri e consigli.
Infatti, da lui la professione di medico era sempre stata considerata una missione e da ammalato aveva sperimentato che chi soffre non deve mai essere trascurato nella sua umanità e dignità.
Alle sue conoscenze professionali amava unire la lettura di saggi di storia e di letteratura, e approfondire la conoscenza dell’arte nelle sue svariate forme, stimolato a partecipare a mostre e conferenze, alle quali ci chiedeva spesso di accompagnarlo.
Dopo la morte della diletta moglie, aveva abbandonato le pubbliche relazioni, tantoché, in seguito, con l’avvento della malattia, aveva chiesto anche la sospensione dal Rotary, privilegiando gli stretti rapporti con i figli, i fratelli e gli adorati nipoti.
Ora siamo certi che, nella gioia del Cielo, in cui ha fermamente creduto anche nei giorni più duri della sofferenza, si sarà ritrovato con la sua amata Lella, con il cognato Valter Bazzoli, con l’amico Don Botticelli e il cugino Pinetto Giorgi, e con i tanti amici e pazienti dei quali cercò sempre di alleviare le sofferenze fisiche e morali.

   Pietro e Elena Ghirotti