Il Terremoto in Abruzzo…e le nostre case

Giuliano Arbizzani in qualità di ingegnere ha offerto ai soci cesenati del Rotary una stupenda lezione di scienza delle costruzioni in un viaggio personale tra le macerie materiali e morali dell'Aquila dopo il terremoto del 6 Aprile 2009.
Bisognerebbe costruire pensando che una dimora non deve essere un prodotto effimero e in balia delle possibili minacce della natura. Una delle prime tra le tante slide proposte definisce l'ora esatta del terremoto, la magnitudo e l'epicentro:ore 3.32, intensità pari a 6,3 magnitudo momento.
Per l'intensità si può paragonare a quella del terremoto di Messina di un secolo prima, ma poco è cambiato da allora a livello di precauzioni.
La peregrinazione tra le vie della città martoriata e i dintorni lascia un ricordo agghiacciante al pensiero degli oltre trecento morti e degli otto studenti nel loro edificio interamente crollato.

da sinistra Pietro Castagnoli, Giuliano Arbizzani e Norberto Annunziata

Giuliano Arbizzani mostra le linee a rischio sismico dalla Sicilia alla dorsale appenninica, con i graduali spostamenti per le localizzazioni di maggiori intensità, insegue con attenzione le crepe che nelle varie costruzioni sono gli indicatori di possibili crolli e che non possono essere mascherate con interventi di superficie, le soffittature pericolanti, si preoccupa dei tetti e della loro tenuta, delle angolature dei sostegni e delle travature che nei moti trasversali sfondano l'intero fabbricato.
È ammirato per gli interventi della protezione civile, dei vigili del fuoco e delle organizzazioni dei volontari per i soccorsi. Si sofferma sul lavoro tecnico dei fabbricati in legno del Trentino che nascono dall'esperienza del terremoto del Friuli.
Paganica è un punto di riferimento per le costruzioni già effettuate che hanno liberato dalle tende una parte degli abitanti.
La ricostruzione di Onna rasa al suolo ha avuto la precedenza anche per i fabbricati in muratura, ma per il centro storico de l'Aquila ci vorrà molto più tempo perché tutto possa ritornare a rivivere come prima.
Gli interventi rotariani sono orientati alla ricostruzione dell'Università nel giro di due anni per la cultura e la scienza nel ricordo degli studenti morti sotto le macerie. Il Distretto 2090 ha contribuito nell'immediato per le tende canadesi ad Assergi e continuano le attività di assistenza e di cultura dei Club locali.
Per il futuro delle case di Cesena, le nostre case, una revisione più attenta dei tetti sarebbe necessaria ed anche una verifica generale in base alla normativa antisismica successiva agli anni '80.
    Pietro Castagnoli
www.webalice.it/castagnoli.pietro

Il terremoto de l'Aquila

Tema dell'ultima conviviale del Rotary Club Cesena, presieduto da Norberto Annunziata, è stato il terremoto in Abruzzo. Relatore della serata, svoltasi presso l'hotel Casali di Cesena, è stato l'ingegnere Giuliano Arbizzani che ha trattato i vari aspetti delle conseguenze del terremoto del 6 aprile 2009 in Abruzzo che registrava, al 6 maggio 2009, 302 morti e circa 1600 feriti su 49 comuni coinvolti dal sisma. Il Rotary Club ha contribuito, nel sostenere le popolazioni colpite dal sisma, con i Schelter Box, ovvero 370 maxi-kit contenenti una tenda per 10 persone, coperte termiche, stuoie isolate, una stufa, stoviglie, bicchieri, pentole, utensili di base e perfino penne, matite e libri da colorare per bambini. Inoltre il Rotary International finanzierà, tramite raccolta fondi, le opere di ripristino del polo ingegneristico dell'Università dell'Aquila. “Un'immane tragedia – ha detto Arbizzani – che fortunatamente ha visto confluire in Abruzzo la generosità di migliaia di volontari italiani. Grazie al loro pronto intervento si sono potute evitare ulteriori sofferenze ai già tanto provati amici d'Abruzzo”. Oltre 120mila persone sono state interessate dal sisma e di queste circa 64mila sono state sistemate presso alberghi, privati e luoghi di ricovero. “Dal punto di vista strutturale – ha spiegato Arbizzani che ha visitato di persona i luoghi del terremoto – gli edifici di culto sono quelli che meno hanno retto alle scosse del sisma mentre gli edifici in cemento armato sono quelli che hanno risposto meglio alle sollecitazioni strutturali del sisma. Per quanto riguarda il ricovero temporaneo degli abitanti che hanno dovuto lasciare le loro case distrutte o gravemente danneggiate dal sisma – ha spiegato Arbizzani – va sottolineato l'ottimo lavoro fatto dalla Protezione Civile Trentina che in pochissimo tempo ha realizzato case in legno dagli alti standard qualitativi e di confort. La Protezione Civile Nazionale ha invece puntato sulla realizzazione di vere e proprie case con l'utilizzazione di tecnologia d'avanguardia che però, come inevitabile, richiedono tempi e costi superiori rispetto a quelle temporanee in legno. Quel che è certo, indipendentemente dalle diverse linee d'intervento scelte, è che la 'macchina della Protezione Civile Italiana' è ben oliata ed ha risposto egregiamente anche a quest'ultima emergenza del terremoto d'Abruzzo”.     Maurizio Cappellini

Rotary Club Cesena, il terremoto de l'Aquila

"La protezione civile nazionale e soprattutto quella regionale hanno dimostrato grande professionalità nella tragedia del recente sisma d'Abruzzo." Questo un passaggio della relazione, al Rotary Club Cesena presieduto da Norberto Annunziata e tenutasi venerdì scorso presso l'hotel Casali di Cesena, dell'ingegnere Giuliano Arbizzani sui vari aspetti e le conseguenze del terremoto del 6 aprile 2009 in Abruzzo che registrava, al 6 maggio 2009, 302 morti e circa 1600 feriti su 49 comuni coinvolti dal sisma. "Un'immane tragedia – ha detto Arbizzani – che fortunatamente ha visto confluire in Abruzzo la generosità di migliaia di volontari italiani. Grazie al loro pronto intervento si sono potute evitare ulteriori sofferenze ai già tanto provati amici d'Abruzzo". Oltre 120mila persone sono state interessate dal sisma e di queste circa 64mila sono state sistemate presso alberghi, privati e luoghi di ricovero. "Dal punto di vista strutturale – ha spiegato Arbizzani che ha visitato di persona i luoghi del terremoto – gli edifici di culto sono quelli che meno hanno retto alle scosse del sisma mentre gli edifici in cemento armato sono quelli che hanno risposto meglio alle sollecitazioni strutturali del sisma. Per quanto riguarda il ricovero temporaneo degli abitanti che hanno dovuto lasciare le loro case distrutte o gravemente danneggiate dal sisma – ha proseguito Arbizzani – va sottolineato l'ottimo lavoro fatto dalla Protezione Civile Trentina che in pochissimo tempo ha realizzato case in legno dagli alti standard qualitativi e di confort. La Protezione Civile Nazionale ha invece puntato sulla realizzazione di vere e proprie case con l'utilizzazione di tecnologia d'avanguardia che però, come inevitabile, richiedono tempi e costi superiori se confrontate a quelle temporanee in legno.

Giuliano Arbizzani e Norberto Annunziata

Quel che è certo, indipendentemente dalle diverse linee d'intervento scelte, è che la 'macchina della Protezione Civile Italiana' è ben oliata ed ha risposto egregiamente anche a quest'ultima emergenza del sisma d'Abruzzo". Anche il Rotary Club ha contribuito al sostegno ai terremotati con i Schelter Box, ovvero 370 maxi-kit contenenti una tenda per 10 persone, coperte termiche, stuoie isolate, una stufa, stoviglie, bicchieri, pentole, utensili di base e perfino penne, matite e libri da colorare per bambini.

Rotary - Shelter Box

Inoltre il Rotary International finanzierà, tramite raccolta fondi, le opere di ripristino del polo ingegneristico dell'Università dell'Aquila.     Maurizio Cappellini