IL PROF. FRANCO CASALI
AL ROTARY CLUB DI CESENA
Venerdì, 12 settembre, il presidente Maurizio Tortolone e la signora Nicoletta hanno accolto al Rotary Club di Cesena Franco Casali che era accompagnato dalla signora Terry. Era presente anche Ines Briganti, presidente del Consiglio Comunale.
Il tema trattato da un fisico come Franco Casali era di vitale importanza: Il riscaldamento del pianeta e l'effetto serra.
Franco Casali è nato a Cesena ed è un discendente diretto, nipote, di Aldo Casali alla cui memoria dedicò un libro che ebbe grande risonanza, non solo a Cesena, "Cestini...Cestini". Il suo brillante curriculum di fisico lo ha accompagnato per tutta la vita dopo la laurea a Bologna, la successiva direzione al Centro di Ricerche nucleari del CNEN a Montecuccolino dotato di due reattori nucleari sperimentali, consulente del settore alle Nazioni Unite, Direttore per una decina d'anni della Divisione di Fisica e Calcolo scientifico dell'Enea, docente all'università di Bologna di fisica dei reattori. Si è dedicato all'applicazione nel campo dell'archeometria e delle analisi delle immagini digitali e nel campo medico ai sistemi di tomografia computerizzata di tipo innovativo per la TAC con risultati d'avanguardia. Ha potuto spaziare quindi con le applicazioni della fisica nel restauro delle opere d'arte e nelle metodologie diagnostiche.
La relazione che aveva già tenuto al Rotary Club di Bologna di cui è stato Presidente nel 1997-98 verteva sul riscaldamento del pianeta e l'effetto serra, ma per un fisico di lunga esperienza non solo teorica come Franco Casali il problema era di "misurare", dati alla mano, i costi e i benefici a tutti i livelli nella produzione di energia. Per ogni fisico dai tempi di Fermi l'energia del futuro è la nucleare. I legami nucleari si misurano in Mev, in milioni di elettronvolt. È la riposta alla fame crescente di energia nel mondo con l'incremento dei tassi di industrializzazione. Si pensi alla Cina e all'India e al loro sviluppo impressionante.
La maggior parte dell'energia oggi proviene dai combustibili fossili: petrolio, gas naturale, carbone. Il rifornimento di petrolio non potrà durare troppo a lungo ed è un bene prezioso per altri scopi, come la plastica, i prodotti farmaceutici, i fertilizzanti. Non va bruciato. Mandiamo in fumo un bene prezioso. I combustibili fossili sono altamente inquinanti per l'ossido di carbonio e l'azoto, con l'effetto serra e variazioni climatiche imprevedibili. Le incidenze antropiche su questi fenomeni però sono irrilevanti rispetto all'incidenza delle variazioni delle radiazioni solari come è dimostrato dai fenomeni climatici avvenuti nei cicli periodici del passato da quattrocentomila anni ad oggi quando l'industrializzazione non aveva l'incidenza attuale. Comunque per il principio di precauzione accettato da ogni scienziato è bene non continuare ad immettere 24000 megatonnellate di CO2 all'anno nell'atmosfera. Sono quasi 4 tonnellate per persona. L'energia idroelettrica riduce la velocità dell'acqua dei fiumi e stravolge l'ambiente con dighe che a volte danno luogo ad eventi catastrofici di grande portata. Eppure, il caso Chernobyl, in Ucraina, ha influenzato molto di più l'opinione pubblica rispetto a disastri considerati naturali.
Chi è rispettoso dell'ambiente dovrebbe porsi nell'atteggiamento di costi-benefici per ogni scelta, compreso il problema dello smaltimento delle scorie. Le turbine eoliche deturpano il paesaggio ed hanno bisogno di forti venti. Se in Germania il vento è doppio la produzione di energia è otto volte superiore. In questo caso l'energia prodotta è rispondente alla potenza installata, ma non sempre avviene altrove. Per quanto riguarda l'idrogeno per le macchine deve venir prodotto, non è una fonte primaria e così l'elettricità. Già trent'anni fa la Fiat aveva un prototipo perfetto di auto ad elettricità. Non se ne fece nulla allora e ora compriamo all'estero. Da noi il mutamento di indirizzo sul nucleare venne dopo Chernobyl. Prima si distingueva nettamente tra uso pacifico e uso bellico dell'atomo. Dopo il referendum si chiuse in Italia ogni progetto nucleare e si bloccò ogni ricerca in questa direzione, mentre intorno a noi e nel mondo intero c'è stata una ripresa rapida per far fronte alle richieste di energia. L'Italia ha smantellato le sue risorse materiali e umane. Paghiamo 165 milioni di euro solo per smantellare le centrali esistenti e compriamo energia elettrica di origine nucleare in Francia. L'Italia importa l'80% del suo bisogno energetico. L'energia fotovoltaica e fotoelettrochimica sono altre opzioni da tenere presenti, ma sono nettamente insufficienti.
Dopo una relazione così densa e "misurata", ponderata, le richieste su chiarimenti non sono mancate: i tempi di esecuzione per una ripresa, lo smaltimento delle scorie, le centrali marine, il condizionamento con bombardamento mediatico, il tradimento folle di chi rinvia i progetti ad un lontano futuro perfettibile invece di rimediare con ciò che è attualmente possibile, l'impotenza dei ricercatori puri rispetto ad interessi pesanti e inconfessati.
L'invito unanime dopo queste discussioni è stato di essere più pragmatici e realistici. La conclusione più pacata è che abbiamo disperso troppe energie morali ed intellettuali, e naturalmente materiali, ed ora ci troviamo a subirne le pesanti conseguenze in ogni settore.
Pietro Castagnoli
www.webalice.it/castagnoli.pietro
AL ROTARY CLUB CESENA SI PARLA DI ENERGIA
Riscaldamento del pianeta e problema energetico tra allarmismi e disinformazione è stato il tema della conviviale del Rotary Club Cesena, presieduto da Maurizio Tortolone, e tenutasi la scorsa settimana presso l'hotel Casali.
Relatore d'eccezione il cesenate fisico nucleare, Franco Casali.
Laureato con lode, sei anni dopo Casali dirigeva il Centro di Ricerche Nucleari del Cnen (Comitato Nazionale Energia Nucleare), a Montecuccolino, dotato di due reattori nucleari sperimentali.
Chiamato più volte dalle Nazioni Unite in qualità di esperto nel campo delle centrali nucleari Casali è stato anche direttore, per più di dieci anni, della divisione di fisica e calcolo scientifico dell'Enea (Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente).
Nel 1985, dopo 25 anni di permanenza come dirigente all'Enea, Franco Casali passa all'Università di Bologna insegnando, tra l'altro, fisica dei reattori, archeometria e analisi di immagini digitali.
Per tre anni è stato anche direttore della Scuola di specializzazione in Fisica Sanitaria dell'Università di Bologna.
La sua attuale attività di ricerca consiste nello sviluppo di sistemi di tomografia computerizzata tridimensionale di tipo innovativo con i quali sono state realizzate TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) che possono essere considerate dei 'record mondiali' per quanto riguarda la risoluzione spaziale e la dimensione degli oggetti tomografati.
Alle pubblicazioni di carattere strettamente scientifico ha alternato opere divulgative come “Energia pulita: quale?” edizioni Cappelli, 1987 e “Il pianeta Mitos”, libro di racconti di fantafisica, edizioni Clueb, 1997.
“La temperatura della terra – ha spiegato Franco Casali - sta aumentando ma la causa principale non è l'effetto serra ma l'aumento dell'irraggiamento solare che anche in passato ha modificato il clima terrestre.
Certo l'effetto serra può aumentare il riscaldamento globale ma non ne è la causa principale”.
Oggi l'Italia sembra ritornare a puntare sul nucleare.
“Molto spesso non ci è consentito fare informazione – ha detto Franco Casali – e per questo i cittadini prendono posizioni negative sull'energia nucleare senza aver avuto una corretta e puntuale informazione in materia.
Si parla tanto di energie alternative, quelle solari ed eoliche ad esempio, ma non si dice che queste potranno coprire non più dell' 1% o del 2% del nostro fabbisogno energetico.
Ed anche per ciò che riguarda l'emissione dell'anidride carbonica in atmosfera causata dalla combustione è ancora una volta l'energia nucleare che ci corre in aiuto.
Solo il nucleare può dare una risposta certa e conveniente al nostro bisogno energetico e se non saremo in grado di costruire oggi le centrali a fissione non saremo certamente in grado di costruire domani quelle a fusione per le quali il livello tecnologico richiesto è cento volte superiore.
Dire: “abbandoniamo oggi la tecnologia della fissione per riprendere in futuro quella della fusione è semplicemente una truffa”.
Maurizio Cappellini