IN MARGINE AL
CONGRESSO DELLA MAGNOLIA
Giancarlo Bassi, l'amico Gianni, ha sfogliato la sua magnolia a Cervia, l'antica Ficocle delle saline etrusche e poi per secoli presidio veneziano, petalo dopo petalo, spandendo il suo profumo intenso di amicizia rotariana.
Nei saloni riattati della Torre del Sale ha proiettato il Rotary nel futuro, il futuro dei giovani, della pace, dell'humanitas,dell'etica, in antitesi a quello che gli intellettuali americani di Matrix ora chiamano il "deserto reale".
È stato un succedersi di colpi di scena in cui l'essere rimaneva il filo costante al di là delle percezioni effimere che ci invadono.
La prima sera, per l'accoglienza, i Giovani musicisti russi, cinque ragazzi dai dodici ai quattordici anni, hanno incantato per il loro virtuosismo.
Mosca si collega alla nostra cultura europea con la musica.
Sergey Beliavskij di 14 anni, sembrava avesse quattro mani al pianoforte per List.
Il Rotary Moscow International può girare il mondo con questi Rotary Children Music Competition.
Ai rotariani cesenati rimangono due testimonianze che hanno lasciato il segno.
"E se scoppiasse la pace?..."è un capolavoro di ricordi e di mille immagini del viaggio in Terrasanta per il Gemellaggio dei Quattro Fiumi, il Giordano, il Tevere.
il Savio, il Senatello Marecchia.
Le foto d'arte sono commentate da Silvano Bettini, responsabile distrettuale per la Rotary Foundation, una cronaca passo passo, giornaliera e visiva di un viaggio fraterno.
Nel 2002 in Realtà Nuova per tutti i rotariani italiani invocammo l'attenzione per il Crocevia del mondo, l'incontro di tre religioni che dovevano essere rispettate come tre fedi di tre popoli.
Ci aiutò il Nunzio Apostolico Mons.
Pietro Sambi che ora è Nunzio a Washington.La sua intuizione fu felice.
Le tre fedi dovevano convivere ed ognuno degli interpreti doveva esprimere il suo credo.
Nel 2007 sotto la "spinta"inarrestabile di Giorgio Partisani questo viaggio nei Luoghi Santi è stato attuato all'insegna della "comprensione" rotariana: siamo diversi,ma siamo amici, come uomini che debbono trovare il modo di convivere migliore nel breve viaggio della vita.
Silvano Bettini con un sorriso amabile e lampi di riflessione critica ha descritto come si può tornare a capirsi in una terra martoriata.
Soprattutto il rapporto con gli amici israeliani ha avuto il suo coronamento.
La Shoà ci ammonisce.
La storia dovrà risolvere il problema palestinese, focolare di ogni tensione.
Il problema di fondo però è il capirsi e trovare punti d'incontro.
Ci sono tradizioni inestirpabili, ma possibilità enormi di svolta dai tempi del Saladino.
Oggi il Rotary deve fare i conti non solo con i mussulmani, ma con tutto il modo di vivere asiatico in rapporto al nostro.
È un compito immane per evitare tragedie mondiali.
L'amico Pierluigi Pagliarani, esperto distrettuale di istruzione rotariana, ha curato l'azione umanitaria dell'anno rotariano, specie in Africa.
Il suo tentativo è nuovo, mettere insieme in un video i pezzi testimoniali di interventi per l'acqua, per l'istruzione, per l'assistenza medica.
L'Europa dalla seconda guerra mondiale ha abbandonato l'Africa che è divenuta preda di tribalismi locali all'insegna di chi ne sfrutta dall'esterno le risorse naturali e umane.
Più volte abbiamo detto che la cultura del rimorso, l'antropologia culturale moderna, è nata dalla meditazione sulla schiavitù e le sue triangolazioni internazionali, ma mentre si vorrebbe ritornare all'eterno selvaggio che è in noi come a un mondo di innocenza perduta stiamo facendo dilagare nuove e impensabili forme di schiavitù anche tra noi.
Il problema dell'etica che i giovani hanno affrontato ripetutamente in questo congresso parte da questa mancanza di rispetto della dignità umana.
Basti pensare al dialogo intenso come testimonianza con gli amici Zucchi, Padroni e Bellandi, nostri autorevoli punti di riferimento per la nuova cultura della complessità e agli interventi del rappresentante Lico del Presidente Internazionale sulla condivisione a livello mondiale.
Meraviglioso il sottofondo musicale del video,dall'utopia di "Imagine", dove si può sognare e invocare un mondo diverso e migliore, superiore, quasi una preghiera, e "We shall overcome" che è diventato la speranza dei negri, un testo che ha le sue origini da un antico emigrato siciliano, come ci ha spiegato Pierluigi che conclude con una poesia ispirata, che riguarda tutti noi e non solo la sofferenza della negritude.
Dobbiamo essere grati a Gianni e alla sua Giovanna per questa prospettiva di una marcia che dovrà continuare con i più giovani.
Pietro Castagnoli
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