EUROPA E BRIC AL ROTARY CLUB

Venerdì 11, all’Hotel Casali per il Rotary Club di Cesena, presidente il dott. Gian Luigi Trevisani, il prof. Franco Mosconi ha affrontato con grande chiarezza, documentazione e linearità un tema di fondo non solo per la nostra economia locale, ma per l’Europa intera.

Franco Mosconi

Ci sono sfide che vengono dall’esterno della Comunità europea e che la banca Goldman Sachs a più riprese dal primo rapporto del 2003 ha cercato di puntualizzare.

Franco Mosconi

Il prof. Franco Mosconi occupa la cattedra di economia industriale Mendés France a Parma ed è la persona più indicata per verificare la portata delle previsioni della Goldman Sachs.
A Cesena si considera di casa, le sue origini però sono di Bagno di Romagna, il suo accento è toscano, tipico della città che fu del Granducato e ora vive a Carpi dopo il matrimonio e due figli.

Franco Mosconi

Al Rotary Club di Cesena fu all’atto dell’insediamento nella cattedra dal nome prestigioso a parlare delle sue ricerche sui distretti industriali, in particolare quelli dell’Emilia-Romagna.
Ora ci sono da precisare le tesi sul BRIC, un acronimo che sta per Brasile, Russia, India e Cina, i paesi a più alto sviluppo produttivo, che secondo la Goldman Sacs dovrebbe nel 2050 pareggiare con i paesi del G6 e poi sopravanzarci.
Addirittura nel 2007 è ritornata sul tema e dà il primato all’India per la migliore dislocazione della aree urbane e le infrastrutture.
L’Indonesia avrebbe ancora più possibilità.
Il prof. Mosconi sottolinea il fatto che se guardiamo al PIL pro capite, la verifica che conta, rispetto al nostro è un traguardo irraggiungibile, troppe sono le distanze rispetto al nostro livello di vita.
Però, per quanto riguarda l’economia italiana manca la grande industria che possa competere a livello internazionale, anche se abbiamo alcuni settori di qualità in cui primeggiamo e guarda caso sono proprio quelli in cui la Cina ci fa la concorrenza più forte, però non nel senso della qualità.
Il Prof. Mosconi osserva che in passato noi abbiamo esaltato la piccola industria, ora si tratta di puntare sulla media industria là dove si creano delle gerarchie intorno a poli trainanti per efficienza e innovazione e riescono a fare sistema.
Se si pensa che nella nostra regione c’è un’azienda ogni otto abitanti si ha il quadro su cui impegnarsi, anche se non bisogna sottovalutare i problemi politici e istituzionali come garanzia di fondo.
Il prof. Massimo Bianchi rileva che dai suoi viaggi all’estero ha potuto notare che la presenza dei prodotti della piccola industria è nei luoghi più impensati, da Sarajevo al Kazakistan. Il Cav. Davide Trevisani chiamato in causa per la Trevi può osservare che il segreto è nella qualità imprenditoriale, nel valore del singolo che riesce a coinvolgere un insieme di energie e di capacità che non mancano nella nostra terra per i livelli culturali da cui si parte.
Don Piero Altieri sottolinea la necessità dell’equiparazione tra democrazia politica e libertà economica come condizione per uno sviluppo a misura della persona umana. In certi paesi troppo gravi sono le forme di sfruttamento.
    Pietro Castagnoli
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