BIOTECNOLOGIE PER CIBO ED ENERGIA

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Sotto la guida autorevole di Maurizio Tortolone il Rotary Club di Cesena, venerdì 9 all'Hotel Casali, ha affrontato un tema di grande attualità ed interesse per il nostro futuro: "Bioraffinerie: biotecnologie bianche per un futuro industriale più sostenibile".

Fabio Fava

Relatore è stato il prof. Fabio Fava, professore ordinario di Biotecnologie industriali ed ambientali & Coordinatore della sezione Industrial Biotechnology della Piattaforma Tecnologica Italiana It-SusChem.
Il prof. Fava ha un curriculum di ricercatore di tutto rispetto a livello internazionale ed è un esempio di come la ricerca universitaria possa porsi come punto di riferimento per "uno sviluppo industriale più sostenibile".
Il Presidente del Club Gian Luigi Trevisani era assente per ricevere in Argentina una meritata laurea honoris causa per la sua attività specifica in campo industriale.
La Trevi il mese scorso ha celebrato a New York accanto alla piattaforma delle Torri Gemelle il Cinquantenario dalla fondazione.
Presente accanto al prof. Fava era anche Achille Franchini che ha la responsabilità di coordinatore delle ricerche per il Food nella branca italiana del SusChem e tra le autorità in questo campo anche Mario Riciputi della SFIR collegata al settore ricerche.
Il discorso del prof. Fava si è svolto ad ampio raggio con diapositive di grande chiarezza.
Perché Biotecnologie bianche e quale ruolo nell'industria convenzionale?
White o Grey, grigie, si distinguono dalle rosse, Red, che si applicano in campo medico e dalle Green,verdi, in campo agricolo, o dalla bioinformatica.
Si occupano dei processi biotecnologici di interesse industriale, con microorganismi in grado di produrre sostanze chimiche.
È un settore in forte espansione.
Le biologie industriali bianche (BB) impiegano enzimi o microorganismi in bioreattori per produrre composti chimici e materiali convenzionali attraverso processi più efficienti e sostenibili con risparmio di acqua e di energia e di produzione di anidride carbonica.
Un esempio eclatante per economicità è la produzione di vanillina.
Inoltre da biomasse, sottoprodotti e scarti alimentari si possono produrre vari composti chimici e biomateriali riducendo la dipendenza dalle fonti energetiche e i fattori inquinanti.
Gli esempi addotti dal prof. Fava verso una biosocietà, anche a livello europeo, sono molti, anche con la partecipazione di università e centri di ricerca e con il coinvolgimento di piccole aziende, sia per il Food, l'alimentazione, che per il Non Food, la produzione energetica.
Il prof. Fava sottolinea gli aspetti positivi ed anche i limiti nel pretrattamento del materiale ligneocellulosico per il bioetanolo e per la decontaminazione.
Esempio dei risultati conseguiti un vestito di alta moda con un tessuto ricavato da queste ricerche.
Le domande di precisazione sono state sui biocarburanti, sulla compatibilità tra produzioni alimentari e carburanti,sull'economicità di queste ricerche, sul ritardo degli OGM in Europa e sulle possibilità di un loro efficace controllo.


    Pietro Castagnoli
www.webalice.it/castagnoli.pietro


Curriculum Vitae di Fabio Fava

Fabio Fava è nato nel 1963 ed ha una laurea con lode in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche (Università di Bologna) e un Ph.D. in Microbiologia (Insitute of Chemical Technology, Università di Praga, CZ). E’ stato “visiting researcher” e poi “visiting professor” (1993, 1994 e 1999, per un periodo complessivo di oltre un anno) presso le seguenti istituzioni americane: a) New Jersey Institute of Technology, b) Hazardous Substance Management Research Center, e c) Rutgers University, New Jersey, USA. Durante il suo soggiorno americano, e’ stato borsista della NATO (Brussels) e Consulente scientifico del Hazardous Substance Management Research Center (NJ, USA). Lavora presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna dal 1990 dove è attualmente Professore Straordinario di “Microbiologia industriale” e di “Biotecnologie ambientali”.
La sua attività scientifica è documentata da oltre 70 pubblicazioni “in extenso” su riviste internazionali di medio-alto fattore di impatto nel settore delle biotecnologie industriali ed ambientali. E’ stato coordinatore del progetto di ricerca europeo NATO-Science for Peace n. 973720 (2000-2004) su approcci innovativi al monitoraggio e bonifica di siti e sedimenti contaminati. Ha partecipato e partecipa ad altre iniziative Europee quali il network SEDNET (V FP), coordination action EURODEMO (VI FP), centro di eccellenza BIO-ACE (VI FP), COST ACTION BIO&BIO and ERA-Industrial Biotechnology su temi simili e sulla valorizzazione biotecnologica di biomasse lignocellulosiche e reflui e sottoprodotti dell’industria agroalimentare.
Egli e’ coordinatore della sezione “Biotecnologie Industriali ed ambientali” della piattaforma tecnologica nazionale sulla Chimica sostenibile IT SusChem ed e’ membro del expert group della stessa sezione nell’ambito della piattaforma tecnologica Europea per la Chimica Sostenibile SusChem. E’ vice-chairman della sezione Environmental Biotechnology della European Federation of Biotechnology, membro del gruppo di lavoro sulle Biotecnologie Industriali del “Comitato Nazionale di Biosicurezza, Biotecnologie e Scienze della Vita” della Presidenza del Consiglio dei Ministri e coordinatore della sezione “Biotecnologia ambientale” della “Societa’ Italiana di Microbiologia e Biotecnologie Microbiche” della Federazione Italiana Societa’ scientifiche della Scienza della Vita (FISV). Egli è stato co-direttore di 4 Summer School internazionali, una delle quali su approcci innovative alla produzione biotecnologica di biocombustibili e fine chemicals da sottoprodotti dell’agro-industria e le atre sul biominitoraggio e bonifica biotech di siti e sedimenti contaminati. E’ stato co-organizzatore di un NATO-Advanced Study Institute (Praga 2001) e di un NATO-Advanced Research workshop (Bratislava, 2005) sugli stessi temi. E’ membro del comitato scientifico di “Ecomondo” (Fiera Internazionale annuale sull’ambiente, Rimini) dal 2003 ad oggi ed è membro del comitato scientifico e coorganizzatore della II°, III° e IV° “European Bioremediation conference” (Creta, GR, 2003, 2005 e 2008) e di altre iniziative internazionali sugli stessi temi.

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