103 Anni di Rotary
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Il Rotary Club di Cesena compie i 50 anni, il Rotary International 103 da quando Paul Harris nella Chicago di Al Capone si riunì con cinque amici per scambiarsi progetti, rassicurarsi a vicenda, saldare o rinsaldare un'amicizia che aiutasse a uscire dalla solitudine professionale di una società in fieri in cui tutto era da inventare.
Venerdì 12, nella Cantinetta dell'Hotel Casali, il Presidente Incoming Maurizio Tortolone in sostituzione di Gian Luigi Trevisani assente per il suo lavoro in America, ha chiesto se era possibile spostare la data della relazione di Giampaolo Pansa al mercoledì, 21.11.
I numerosi presenti hanno approvato.
La parola poi è all'amico Pierluigi Pagliarani per la sua rassegna storica sul Rotary.
Pierluigi Pagliarani, rotariano di vecchia data e istruttore distrettuale, ha riportato il Club alle sue origini, nel lontano 1959, con una domanda da ingegnere, un ingegnere a misura d'uomo, più che da storico: "Com'è possibile che il Rotary abbia una vita così lunga?".
È una domanda alla quale hanno tentato di rispondere in passato da un punto di vista storico Ernesto Cianci per le difficoltà incontrate in Italia per i rapporti con il fascismo e l'accettazione da parte della Chiesa cattolica, per la caratterizzazione di una identità nazionale e per la sottolineatura di una autonoma responsabilità individuale nelle scelte morali, analisi riproposte di recente in maniera approfondita da Elena Rambaldi, nostra cara giovane borsista, in - Rotary International, A "brotherhood of Leadership".
Il Caso Italiano tra fascismo e primi passi della Repubblica"-.
Ecco il problema di Pierluigi Pagliarani messo a fuoco: non è importante sopravvivere nelle trasformazioni di una società di massa, in cui prevale l'angoscia di una folla solitaria, quanto di come salvaguardare una capacità di leadership, di guida morale e professionale, una qualità di vita senza andare alla deriva, essere punti di riferimento.
Il '68, nella sua rivoluzione culturale, che può essere considerata incompiuta o fallita a seconda dei punti di vista, aveva proposto di cambiare la vita, prima che la società, una correzione radicale del marxismo sociologico.
Bisogna cambiare il nostro modo di vivere nelle situazioni concrete, che nel Rotary diventa primazia della propria professione in aiuto agli altri, un servizio che è un prezioso rendersi utili nella propria dimensione.
Brotherhood è fratellanza, o fraternità, che ha radici evangeliche come sa chi conosce la storia dei Padri Pellegrini che fondarono l'America moderna da cui discende Paul Harris con il suo American dream.
Pierluigi Pagliarani che conosce come i più anziani rotariani tutti i segreti del Club, anche i secretati se ce ne sono, accetta la proposta del sociologo Edgar Morin di sostituire nella Triade rivoluzionaria europea, gli Immortali principi, Liberté, Egalité, Fraternité, sui quali si possono delineare tutti i movimenti politico-sociali di due secoli, liberalismo, socialismo, comunismo e le opposte reazioni, la parola Affettività al posto di Fraternità.
I sentimenti sono la base fondamentale di ogni legame.
Basta uno sguardo, una presenza per un rapporto umano.
Pagliarani mi permetterà una parentesi per gli amici.
Edgar Morin da molti anni ha proposto analisi fondamentali sulla psicoterapia dell'integrazione.
Alla base di tutto ci sono tre termini chiave, separation, relation, reliance, separazione.
relazione,ma reliance è l'energia attiva dello spirito di integrazione che si oppone alla disintegrazione, è lo spirito della vita.
La proposta di Edgar Morin per l'uomo complesso del nostro tempo, per i suoi sette saperi necessari in ogni educazione, è che in tutti i domini della vita bisogna relier, rilegare, rimettere in unità gli opposti, evitare la dispersione, la frammentazione, lo scoppio, la disintegrazione.
E alla base di tutto ciò c'è una "folle saggezza", une folle sagesse, l'arte di navigare tra ragione e passione, tra separazione e illusione.
Pierluigi Pagliarani mette a fuoco con le sue diapositive tutti i punti nodali dell'azione rotariana nei Club e risponde alle domande.
Il Rotary è elitario, ma nel servizio.
I giovani trovano difficoltà a inserirsi perché il loro linguaggio è diverso, ma la loro ricerca di identità nella disintegrazione attuale è la stessa.
Ripercorrono il travaglio che è stato di ogni generazione di fronte ai problemi del loro tempo.
L'ing. Pagliarani conclude con un appello alla poesia, all'arte, alla cultura come base creativa anche del mondo produttivo.
È il modo rotariano di ritrovare nei sentimenti, nell'affettività, la fonte di ogni solidarietà che sia veramente umana.
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