SCRITTI INEDITI DI GILBERTO TONTI
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Ci sono persone che ci sono passate accanto e di cui pensavamo di conoscere tutto. Nell'amicizia rotariana Gilberto Tonti si distingueva per la sua intelligenza professionale di medico e per un certo suo anticonformismo riservato. Debbo alla generosa cortesia della signora Lella la lettura dei suoi manoscritti ancora inediti che rivelano una personalità d'eccezione di cui non sapevamo.
C'è una lettera straordinaria di Giangiacomo Feltrinelli di vivo apprezzamento per un libro che Gilberto Tonti gli aveva inviato per la pubblicazione e che un suo collaboratore editoriale ed amico, F.M.Gay, dopo una prima lettura aveva lodato per l'indagine filosofica acutissima e "spietata", questo il termine usato,"lo stile, conciso e pulito, ma ricco e trascinante al tempo stesso", da non credere che fosse una prima opera, soprattutto per l'anticonformismo che avrebbe suscitato una bagarre.
Tutte le sue opere poi tratteranno temi a dir poco "scottanti".
La proposta era di stamparlo con dieci milioni di allora per l'autorizzazione e il 18% sull'incasso lordo per le prime 50.000 copie.
Lo invitava a un incontro, anche per la discussione del titolo che poteva essere "La beccaccia", come proposto dall'autore.Gilberto Tonti era un perfezionista e forse non poteva condividere i progetti rivoluzionari di lotta clandestina dell'editore. Non se ne fece niente.
Nel 1972 Feltrinelli finì tragicamente ai piedi di un traliccio a Segrate, dilaniato da un'esplosione, scomparso anche il suo camioncino di battaglia con trecento milioni.
Il testo manoscritto di Gilberto Tonti in quei frangenti andò perduto.
Bisognava attendere l'anno del pensionamento, il '95, per una ripresa attiva, ricordi, viaggi e riflessioni, concorsi nazionali vinti, ma sempre con una certa noncuranza anche per la pubblicazione.Viaggiava come in trance, sapeva dove andare, sempre documentato, e dall'interno dei luoghi visitati faceva sprigionare una storia collegando il passato, anche il più remoto, al presente, sempre il più attuale. Sono viaggi inquieti di una recherche, viaggi interiori di passioni e di protesta, di amori tragici e di invocazioni alla comprensione e alla tolleranza davanti al mistero della morte, l'unico metro che ci dà la vera misura della nostra umanità.
È come se Gilberto Tonti avesse seguito il metodo della "incubazione".
Nell'antichità si dormiva nei luoghi sacri per avere in sogno risposte sovrumane alle proprie domande.
La tradizione fu soppressa dal cristianesimo, ma i testi più antichi da Virgilio a Plutarco ne sono la testimonianza. Fa suscitare dai luoghi più remoti, ai confini delle culture, al loro borderline, i destini dei protagonisti.
"La Sibilla e Pilato" è un excursus sui Monti Sibillini nel nostro Appennino, intorno al Monte Vettore, le Grotte della Sibilla e il lago di Pilato nelle Marche. I richiami storici ai misteri della Sibilla si confondono con le vicende del russo Rasputin per intrecciarvi la storia di due amanti dalle origini lontane, l'uno italiano e l'altra russa.
Ipazia è "La Dike alessandrina", la storia di come l'ultima rappresentante della libera filosofia classica venga lapidata dai parabolani, fanatici monaci cristiani. È un richiamo alla tolleranza del pensiero contro ogni forma di fanatismo, motivo ricorrente con quello di fondo del mistero della morte che trova rifugio nell'amore.
"E se fosse tutto vero?" è la discussione sulla scommessa di ciò che ci può essere al di là della vita, una serie di riflessioni sui casi minimi di una cronaca esistenziale, con la conclusione di un mistico anacoreta armeno: "Tu sei l'immensità ma senza di te non c'è misura, tu non sei visibile ma senza di te non c'è capacità di vedere".
"Le gole di Orfeo" ci proietta nella tragedia insoluta e insolubile del Kosovo, serbi-nazionalisti ortodossi e albanesi-mussulmani, uno scontro mortale di razze, di religioni, di civiltà che insanguinano secoli di storia.C'è una riflessione centrale di un nonno cui hanno ucciso il giovane nipote: "Da molte centinaia di anni, forse da millenni, la nostra gente - quella che voi chiamate col nome generico e vagamente dispregiativo di "gente balcanica" - respira insanabile atmosfera dell'odio sostenuta da rancori che si perdono nella notte dei secoli e sono, al tempo stesso, la conseguenza di offese mai perdonate e la causa di ritorsioni infinite". Alberto Pupilli è il medico "senza frontiere" che è andato a soccorrere i feriti, ma " ci vorrebbe quello di un chirurgo capace di amputare e sacrificare senza incertezze le parti irrecuperabili e decomposte: come accadeva trenta secoli fa quando la voce di Abramo - che si levava dalle mura di Ur e si diffondeva lungo le piste carovaniere della Mesopotamia - fece "chirurgicamente" giustizia di religioni rudimentali e frammentarie indicando all'uomo la Verità dell'unico Dio e dell'unica morale valida per tutti". Il medico lascia il campo di Kukes e ritorna alla sua Verona. Poi con Yara è in viaggio di nozze a Lubecca e ha l'incontro con il fantasma di un amore perduto. Olga è l'immagine di un'altra sua vita passata: "Tu devi credere Alberto, devi credere a questo che ti dico perché si tratta dell'unica via di scampo che ti rimane davanti all'implacabile potere della morte...". È il sogno di un amore senza confini, che riesce a rinnovarsi in una seconda vita.
"Il Francescano e Francesca" ripropone il tema dell'amore all'interno di un convento e lo strazio di chi si abbandona a un sogno impossibile. L'adolescente Francesca scopre l'amore senza confini, quello del Cantico dei Cantici, umano e divino, ma è uccisa da un novizio che non può accettare che vengano infrante le rigide e formali regole conventuali.
"Tomar" è del 1999, uno spartito in tre tempi. Gualdim Tomais è il Templare di Castro Marim che fonda nel 1160 la basilica templare di Tomar in Portogallo. Ha combattuto la battaglia della Croce per la difesa di una fede intollerante e superba e di un Potere temporale avido e crudele. Le ultime riflessioni mistiche sono sull'amore per la sua regina, palpito effimero di fronte all'infinita serie del tempo.
Guglielmo di Nogaret, il carnefice di Rennes, è lo spirito demoniaco che ordisce a freddo la trama per la distruzione del Templari fino al rogo di Giacomo de Molay. Lo spirito è lo stesso, ma si rovescia verso il solo potere temporale di una monarchia nazionale.
Terza parte è la fine tragica di due giovani nella Boemia di Rodolfo II. La Praga della rivoluzione hussita vede lo scontro tra il tradizionalismo boemo e il mondo ebraico del Golem. L'amore di Elisa e Isaac viene stroncato dall'alterigia di un padre che vuole salvare la sua tradizione nobiliare.
La spada micidiale che colpisce è sempre la stessa, ma viene usata in tre situazioni opposte.
"Rakh-Mara" è lo studio accurato di una stratificazione storico-religiosa. Il complesso delle Sette Chiese, Santo Stefano, a Bologna in origine era il nucleo del Tempio di Iside, una "religione della salvazione e consolazione" importata dall'Egitto dai Romani dell'Impero. Era il culto della Grande Madre in tutta Europa, la madre Nera, il simbolo materno del'eterna rigenerazione della vita. Rakh-Mara è il segretario di una accolita che continua gli antichi culti di Iside nella parte sotterranea della Chiesa del Calvario, dove in origine era il Tempio di Iside. Costanza Cavalieri, moglie di Ronaldo Cavalieri, un giurista dello Studio bolognese a metà del Duecento,che era fuggita con il giovane studente Francesco Monaldi, nobile ravennate, viene uccisa nel sonno con l'amante. Il misterioso Rakh-Mara, l'assassino egizio scompare in mari lontani. Costanza voleva sottrarsi a un culto che la rendeva schiava di orge rituali e ritrovarsi in un amore innocente.
C'è in questi testi la ricerca di una speranza ai limiti di ciò che è razionale. Una fede però non deve mai venir meno al rispetto e alle responsabilità di ciascuno.Tolleranza e amore sono vissuti nel pensiero della morte che ci attende e che ci domina ovunque per le sue vie misteriose. È un modo di rivivere il sentimento della sacralità della vita. Il giuramento di Ippocrate in questo medico si fonde con la speranza di tutto quel che si può e si deve salvare di noi. Medicina e religione si incontrano in una integrazione senza fine.
19 Maggio 2007
Pietro Castagnoli
www.webalice.it/castagnoli.pietro
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