L’IPPODROMO DI CESENA NELL’IPPICA ITALIANA
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L’ing. Tomaso Grassi, socio del Rotary Club di Cesena, ha presentato nella riunione del 19 gennaio all’Hotel Casali storia e prospettive della Società cesenate Corse al Trotto. Nessuno poteva farlo meglio di lui, figlio ed erede dell’ing. Riccardo Grassi che dal secondo dopoguerra aveva rilanciato un’istituzione che può considerarsi con orgoglio un vanto della nostra città. Giustamente il Presidente del Club, avv. Sanzio Gentili, ha ricordato che abitava nei pressi dell’Oltresavio e ragazzo poteva frequentare l’ippodromo che allora era anche il campo della squadra di calcio. Gli è nata così la passione per i cavalli che non l’ha più abbandonato.
L’ing. Grassi ha voluto dare alla sua relazione un taglio prettamente manageriale per dimostrare quali siano state le difficoltà per un’impresa in crescita che solitamente consideriamo solo dal punto di vista di uno sport spettacolare o da parte dei patiti più assidui per le scommesse.
La Società cesenate Corse al Trotto nasce intorno agli anni 20 imponendosi in Romagna. L’ippodromo fu inaugurato il 6 gennaio 1922, costo un milione di lire di allora, in mezzo a mille difficoltà ad opera di pionieri appassionati tra cui spiccò subito come artefice per i progetti l’ing. Riccardo Grassi che resta tuttora la figura chiave del trotto romagnolo che si inserisce nella realtà nazionale ed oltre. Nel 1928 ne migliorò le tribune e nel 1971 ne mutò l’impianto base della vasta struttura attuale.
Sono gli anni in cui viene acquisita la gestione dell’Arcoveggio di Bologna.
Dal 1975 subentra alla presidenza Tomaso che eredita passione e competenza. Con la finanziaria Yppos vengono acquisite quote societarie nella gestione degli Ippodromi di Roma Capannelle, Torino Tesio e Torino Stupinigi. Dal 1999 con Ippocampus, Centro di allevamento per cavalli trottatori a Castel San Pietro Terme, si fa un altro balzo in avanti con un struttura di rilevanza europea.
In seguito con Hippogroup si ha la confluenza delle società consociate alla Cesenate. Questa società oggi gestisce un complesso molto vario e diversificato con iniziative per la qualificazione di un settore che ha una vasta rete di rapporti.
L’ing. Grassi si sofferma a delineare le difficoltà in cui vengono a trovarsi i proprietari dei cavalli rispetto agli allevatori e delle società degli ippodromi rispetto alle agenzie ippiche. Si sofferma anche sui rischi di alcune scalate in borsa che portarono a conseguenze rovinose, per fortuna non per la Società Cesenate, anzi. Discute anche dei calendari assegnati ai vari centri. Per i cesenati resta il trionfo finale, dopo il periodo estivo che vede accorrere dal mare una folla di turisti, il Campionato europeo che si corre il 3 settembre a chiusura di una stagione che oggi vede prevalere il “gioco come divertimento” in cui ciascuno possa trovarsi a proprio agio, compresi i bambini.
Resta ancora da affrontare a partire dalle nostre scuole che cosa ha significato nella nostra cultura la tradizione del cavallo. La potenza delle nostre macchine si misura ancora a cavalli. Ma il cavallo resta il modello di vita e di amicizia da Omero alla cultura araba, alla cavalleria medievale, al culto anglosassone. È ciò che intendiamo non solo come forza e fierezza, ma eleganza e ordine nella libertà. Swift satireggia ogni aspetto dei nostri costumi, ma non il mondo dei cavalli e Voltaire, in Zadig, ne descrive la perfezione libera e ordinata in una società in cui è assai difficile vivere senza vessazioni. Ma questo è un altro discorso.
Pietro Castagnoli
www.webalice.it/castagnoli.pietro
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