SERIAL KILLER
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Venerdì, 23 settembre, all'Hotel Casali, il Presidente del Rotary Club di Cesena, Fabrizio Rasi, ha aperto una nuova importante "finestra" di dibattito, una autentica "window", uno sguardo panoramico che si apre dalle neuroscienze alla psichiatria forense. Il tema è "Il serial Killer".
Il relatore, il Prof. Francesco De Fazio di Medicina legale dell'Università di Modena, è noto al vasto pubblico per essersi occupato insieme allo psicanalista Romolo Rossi, ordinario di psichiatria a Genova, della consulenza psichiatrica richiesta dal pubblico ministero dopo l'arresto di Donato Bilancia, autore di 17 delitti, per stabilirne l'imputabilità e dunque la capacità di intendere e di volere.
La relazione è esemplare per il rigore scientifico e la vasta coscienza culturale e costituisce il nuovo punto di riferimento della psichiatria per chi si trova nelle aule dei tribunali a dover giudicare i "mostri" sbattuti nelle prime pagine dei nostri giornali. Il lettore attento ne può prendere visione nel sito Internet del The Italian on line psychiatric magazine, Psychiatry on line, che ne riporta una vastissima problematica, specie sul delitto mafioso, sui crimini "profondi" dei giovani, sull'imputabilità e l'assistenza ai "malati mentali".
C'è anche una lucida precisazione sulla nozione di "serial Killer" in relazione alla psichiatria forense da parte del prof. Francesco De Fazio.
Il termine fu usato dapprima negli Usa per gli omicidi in serie ascrivibili ad un ipotetico unico autore, poi in Italia dopo gli omicidi del "mostro di Firenze" a sfondo sessuale. Si può estendere alla criminalità organizzata, ma dal punto di vista concettuale è connesso al "Lust murder", all'omicidio ottenuto per piacere con le sevizie sulla vittima.
Si aprono i problemi dei rapporti tra sessualità e cultura e tra sessualità e diritto che trovano il loro banco di prova nel processo penale e nelle indagini di polizia giudiziaria per individuare le tipologie di reato e di autore. Si può fare riferimento al "delinquente sessuale"?
Di qui la necessità dell'analisi della personalità dell'imputato senza preconcetti, da un punto di vista psicologico, psicodinamico e psicopatologico. La ricerca delle motivazioni dei delitti va fatta in relazione a una storia di vita e a un modo d'essere nel mondo.
Molte volte i mass media portano a pericolose amplificazioni stereotipe sulla "carriera criminale" di chi compie delitti sessuali multipli.
Va colto invece il senso degli atti delittuosi e della loro coerenza o meno con il senso di altri atti non delittuosi che possono chiarire una rete biografica. La sessualità va ascritta al piano della affettività e non dell'aggressività e della violenza.
Questo della perizia psichiatrica sulla capacità di intendere e di volere e sulla possibile pericolosità sociale e sui relativi possibili interventi è uno dei temi culturali oggi più dibattuti e non sempre nelle aule giudiziarie la nostra legislazione è aggiornata in modo adeguato alla consapevolezza critica e all'attenzione che si deve avere della complessità delle motivazioni del comportamento umano.
Non ci siamo ancora liberati da una pesante eredità culturale che affonda in vecchi pregiudizi sociali. Sempre su questo tema sarebbe opportuno che si leggesse in Internet la relazione di Vittorino Andreoli su "La perizia psichiatrica".
Pietro Castagnoli
www.webalice.it/castagnoli.pietro
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