MAURO GUIDI TRA UTOPIA E REALTA'

Il restauro delle opere grafiche
a cura del Rotary Club di Cesena

Biblioteca Malatestiana 21 MAGGIO 18 SETTEMBRE 2005
orari 9:00 - 12:30 16:00 - 19:00

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MAURO GUIDI (1761-1829)

La vita

Mario Guidi Mauro Guidi, detto "Catroll", cioè il più brutto tra i concittadini a lui contemporanei, nacque a Cesena il 7 ottobre 1761 da Francesco e Antonia Brunelli, e a Cesena trascorse tutta la vita, nella sua casa situata in Borgo Chiesa Nuova (attuale Viale Mazzoni).
Si dedicò allo studio dell'architettura prima a Cesena, sotto la guida di Agostino Azzolini, poi a Roma, "presso i più insigni professori di architettura, di figura e di fisica meccanica".
A parte il premio vinto al concorso bandito dall'Accademia di San Luca nel 1789 con il progetto di un oratorio, la sua attività professionale non gli procurò pubblici riconoscimenti, né una vita agiata; lui stesso parla di "poco guadagno, la maggior somma l'ho spesa in carta, ferri e ciò che era necessario per studiare, avendo 12.000 e più disegni".
Nel 1823, amareggiato dall'obbligo ingiunto agli architetti dal governo papale di versare una cauzione ipotecaria per continuare a esercitare la propria professione, criticò aspramente l'autorità, poiché si ostacolavano coloro che pur avendo capacità e impegno, non disponevano di possibilità economiche.
Il Guidi morì a Cesena il 29 novembre 1829.

L'opera letteraria

Il Guidi è autore di una cronaca in quattro volumi di grande formato, acquistati dal Municipio nel 1907 dagli eredi del marchese Melchiorre Romagnoli, e collocati nella Biblioteca Malatestiana, La cronaca va dal 5 aprile 1781 al 13 novembre 1829, con una breve interruzione tra l'autunno del 1787 e la primavera del 1793, e comprende la descrizione degli avvenimenti di un periodo cruciale per la storia non solo di Cesena ma di tutta la Romagna: gli ultimi anni dell'ancien regime, la caduta del governo papale in Romagna, la repubblica Cisalpina, il regno napoleonico e la restaurazione pontificia.
Insieme alle altre cronache cittadine compilate da cronisti a lui contemporanei o di poco posteriori, il "Giornale" - tale è il nome che il Guidi impose alla sua opera - concorre a ricostruire un quadro vivace e minuzioso della nostra città in un periodo tanto travagliato.
Tra le varie notizie da lui riportate sono particolarmente interessanti il racconto del bombardamento di Cesenatico per opera degli inglesi il 28 agosto 1800, di cui il Guidi fu testimone oculare, e la descrizione dei movimenti militari di Gioacchino Murat nella primavera del 1815.
L'amore per l'arte del disegno indusse l'autore a inserire nel testo varie raffigurazioni, tra cui l'albero della libertà, innalzato a Cesena nel 1797, la ghigliottina, che funzionò a Cesena nel 1802, il carro funebre con cui furono trasferite dalla chiesa di S.
Francesco al Municipio e da lì alla Biblioteca Malatestiana le ceneri di Malatesta Novello.

L'opera architettonica e urbanistica

Il Guidi trascorse in sostanza un'esistenza solitaria e ritirata, in disparte dalla vita politica e sociale della città, dedito all'elaborazione dei suoi progetti utopistici in campo architettonico e urbanistico.

Progetto utopico di Mauro Guidi per la ricostruzione di Cesena
Progetto utopico di Mauro Guidi per la ricostruzione di Cesena

Lo storico cesenate Nazzareno Trovanelli, vissuto tra '800 e '900, che per primo traccia di lui un profilo biografico e dà un giudizio critico della sua opera, afferma che "correva dietro al sogno astolfesco di una Cesena nel mondo della luna", riferendosi in particolare al progetto di una nuova Cesena e di un nuovo Cesenatico.
Tale progetto non teneva conto della realtà esistente, ma presupponeva l'una e l'altra città interamente demolite, e completamente ristrutturate, con lunghe strade, ampie piazze, fabbricati simmetrici, teatri, giardini, terme, in uno stile eclettico: per questa opera soprattutto e in generale per il carattere dei suoi disegni il Guidi è stato felicemente definito da Andrea Emiliani come "l'architetto di un'altra Cesena".
Dodici volumi di disegni del Guidi si conservarono a lungo presso il marchese Guidi (nonostante l'omonimia, non esisteva una relazione di parentela tra le due famiglie); donati al Comune dalla vedova del marchese Costantino junior, furono posti nella Biblioteca comunale.
Eccone l'elenco:
  1. Libro d'architettura civile di diverse opere le più belle di Roma ed altre inventate, 1794, 35 tavole (atlante 38)
  2. Pensieri d'architettura, 1790, ce. 186, di cui 9 di testo, e 177 tavole (atlante 43)
  3. Pensieri d'architettura civile, 75 tavole (atlante 39)
  4. Meccanica (atlante 40)
  5. Opere inventate ed eseguite in campagna, cc. 60 (atlante 54)
  6. Pensieri di templi e torri, 93 tavole (atlante 44)
  7. Edifizi sepolcrali, 96 tavole (atlante 41)
  8. Pensieri di fontane, 94 tavole (atlante 45)
  9. Chiese ed altre fabbriche, 59 tavole (atlante 42)
  10. Fabbriche diverse, 59 tavole (atlante 46)
  11. Piante e prospetti di case, palazzi, ville e altre fabbriche, 71 tavole (atlante 47) 12) Cesena e Cesenatico, 204 tavole (atlante 48)
Tali atlanti sono essenziali ai fini di una più completa conoscenza del Guidi, in primo luogo perché non conosciamo opere da lui costruite, in secondo luogo perché essi non sono solo un insieme di disegni e di progetti ma rappresentano anche il frutto di tanti anni di studi e ci permettono di avvicinarsi al suo mondo e all'ambiente in cui è vissuto e di cogliere le sue aspirazioni.
Edifici civili e religiosi, case coloniche, monumenti sepolcrali, elementi di arredo urbano: questi i disegni che si susseguono negli atlanti del Guidi, rimasti prevalentemente irrealizzati.
L'utopismo formalistico di Mauro Guidi si alimentò sui progetti usciti dall'Accademia di Francia e da quella di San Luca a Roma negli anni dal 1787 al 1793, progetti che egli meditò ora riproponendoli ora contaminandoli.
In altri termini, al brillante tirocinio presso l'accademia di San Luca non fece seguito un'intensa attività professionale e alle continue frustrazioni il Guidi cercò compenso nell'attività di cronista e nella redazione di una numerosissima serie di disegni.
Un atteggiamento contraddittorio caratterizza l'intera produzione del Guidi, che è assai vicino per scelte formali agli architetti rivoluzionari francesi e lontanissimo dalle idee illuministe.
Questo architetto, infatti, che polemizza nei suoi scritti contro le novità introdotte dai francesi e contro il potere della nuova classe borghese e sogna una nuova Cesena retta da un'oligarchia aristocratica, si rifà nei suoi progetti a quelle forme elaborate dagli architetti giacobini con tutt'altra valenza simbolica.
Le piante per la nuova Cesena e per la nuova Cesenatico che costituiscono l'ultima fatica del Guidi, rappresentano veramente la sintesi delle aspirazioni ideologiche e delle proposte architettoniche di un uomo cui fu consentita soltanto l'evasione nell'utopia.


Rassegna stampa
Rassegna Stampa Il Resto del Carlino 18.5.2005
Il Corriere di Cesena 18.5.2005
La Voce di Cesena 18.5.2005

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