LE RADICI CULTURALI DEL ROTARY INTERNATIONAL NEL CENTENARIO

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100° anniversario del Rotary Noi europei abbiamo sottovalutato o non compreso a fondo la prospettiva storica in cui si inserisce la cultura americana.
E' un pregiudizio che risale anche in Italia a quando il Rotary mise le sue radici a Milano nel 1923. Il giudizio ricorrente era che si trattava di una cultura pratico-tecnica orientata al successo. Conta ciò che è utile, o meglio, ciò che funziona. Se ne individuavano le origini protestanti e individualistiche. Però l'Etica protestante e lo spirito del capitalismo di Max Weber in Italia ebbe diffusione solo dal '45 e si affermò nella contestazione del '68.
Bisogna trovare anche altre radici. Per gli studi sociali si citano nell'ordine La teoria della classe agiata,di Thor stein Veblen, del 1899, La leisure class, oziosa o improduttiva; La folla solitaria, The Lonely Crowd, del 1950, di David Riesman, contro il passivismo consumistico; I persuasori occulti,sempre degli anni cinquanta, di Vance Pachard, per il condizionamento mediatico. Sono tre momenti di uno sviluppo della società di massa.
Il punto di riferimento resta La democrazia in America, degli anni 1835-40, di Alexis De Tocqueville. E' lo sguardo di un liberale europeo aristocratico che non accetta la democrazia di massa con il suo atomismo individualistico e livellatore, incapace a suo giudizio di autoregolarsi.
All'inizio del '900 il pragmatismo americano di William James si presentava all'insegna dell'ottimismo della "volontà di credere", "Will to believe". Chi crede ha sempre la meglio nelle difficoltà della vita. Smile, Sorridi, è una tipica canzone americana adottata dal Rotary.
Dopo la seconda guerra mondiale si diffuse lo strumentalismo del Dewey, base di un progetto di società democratica più aperta. Oggi si ripresenta nel senso più lato: che uso possiamo fare della cultura.
La cultura europea allora si legava all'American dream, al sogno americano di una società aperta, in progress. C'erano molte resistenze sul piano della difesa dei valori della persona contro quello che si considerava un eccessivo individualismo. Ci si voleva difendere dalla "sfida americana" per il gap tecnologico che ci penalizzava. Però si imponeva nel costume l'american way of life.
Caduti i totalitarismi di destra e di sinistra ora si profila la sfida del fondamentalismo terrorista che mette a dura prova la "cultura occidentale" nel suo insieme.
Per il centenario del Rotary International sono state riproposte, anche in Internet e con molti link, le due opere fondamentali in cui Paul Harris ha cercato di comprendere le ragioni di uno sviluppo impensabile alle origini. Sono le milestones, le pietre miliari del Rotary che dalla Chicago del 23 febbraio 1905, si estese agli Usa, poi al Canada nel 1912, al Sud America, all'Europa, al mondo intero nel giro di mezzo secolo.
La più nota è La mia strada verso il Rotary, del 1945, due anni prima della sua morte a 78 anni, il 27 gennaio 1947, e tradotta anche in italiano nel 1993. Vi si descrivono le tappe di uno sviluppo inarrestabile, dopo le prove di due guerre mondiali.
Paul Harris dapprima ne ricerca le ragioni sul piano di rapporti personali, a partire dall'educazione presso i nonni paterni nel Vermont, una specie di isola felice dell'infanzia e dell'adolescenza, immersi in una natura intatta e in una democrazia dalle radici evangeliche. Egli vuol dimostrare che in quell'ambiente familiare a misura d'uomo si sono poste le basi di ciò che deve valere per tutti come amicizia, tolleranza e servizio, nel rendersi utili alla comunità di cui si entra a far parte in modo attivo. Riconosce l'importanza dell'insegnamento del nonno paterno nella comprensione degli altri, lo spirito di tolleranza.
Nell'opera precedente, This rotarian age, che è del 1935, meno conosciuta, c'era stato il tentativo di opporsi al giudizio negativo di Gilbert Chesterton ( 1874-1936 ) che sognava il ritorno ai quadri di riferimento dell'età vittoriana. Predominava la lezione del colonialismo del "fardello dell'uomo bianco", che era alla base del messaggio di Rudyard Kypling. E' l'ideologia del colonialismo. Nei confronti di questa concezione il capovolgimento è netto.
Si radica nello spirito anticolonialista da cui è sorta la democrazia americana nella sua storia, fin dal suo processo di liberazione dalla madrepatria europea. Il filo conduttore della politica estera americana ha seguito alla lettera la dottrina Monroe dei primi anni venti dell'Ottocento. "L'America agli americani" significava il rifiuto di ogni ingerenza estranea. Né dobbiamo dimenticare, per quanto riguarda la religione, la difesa strenua della libertà di coscienza. I primi Pilgrim erano fuggiti dalle persecuzioni religiose in Europa.
Paul Harris aveva avuto l'esperienza del melting-pot di Chicago, come città del futuro, miscela e incontro di razze e culture. Era una democrazia pluralista della convivenza che preludeva al complesso Mondo Nuovo che stava sorgendo.
Viene da chiedersi perché all'inizio de La mia strada verso il Rotary, che si presenta come una autobiografia meticolosa e analitica di una vita vissuta, un banco di prova di molte letture alla luce dell'esperienza quotidiana, Paul Harris abbia inserito dopo il Prologo, e come frontespizio a sé, una poesia di Walt Whitman sul bambino che si apre al mondo e diventa egli stesso mondo, una storia in prospettiva delle immedesimazioni successive, le interazioni proprie della vita di ognuno: "C'era un bambino che usciva ogni giorno,/ e il primo oggetto che osservava in quello si / trasfondeva / e quell'oggetto diventava parte di lui per quel giorno o / per parte del giorno, o per molti anni o vasti cicli di anni…"
( Paul Harris, La mia strada verso il Rotary, Firenze 1993, pag.X).
Ne riporta i primi dieci dei 43 versi liberi che descrivono ogni possibile esperienza di vita, ogni rapporto mutevole, reale e irreale che sia, che diventa per una vita intera nutrimento di quella coscienza cui si fa sempre riferimento, che mentre si conserva identica si dilata in prospettiva nel variare delle situazioni.
In una nota alla traduzione italiana, Biancamaria Tedeschini Lalli, rileva che "La coincidenza delle 'cose' con l'esperienza delle medesime è certo suggerita da una poetica e da una filosofia del linguaggio trascendentalista…" ( Walt Whitman, Foglie d'erba, Milano 1997, pag. 404).
Ciò significa che ogni esperienza di vita fa capo a una coscienza più profonda che è in noi e che ci fa sentire parte viva di una comune umanità. Questo è il trascendentalismo, la filosofia di Ralph Emerson cui il Whitman deve molto e che fu anche il primo a far conoscere Le foglie d'erba, prima raccolta di dodici poesie del 1855.
Walt Whitman con Foglie d'erba, Leaves of grass, che dal 1855 si accresce fino al 1891 fino a 400 poesie, ha creato la Bibbia della poesia americana. E' considerato il bardo della democrazia contro ogni forma di infeudamento, anche culturale. Basti pensare al suo progetto di fondo: "Canto me stesso".
"Io canto l'individuo, la singola persona/ Al tempo stesso canto la Democrazia, la massa…/Canto la vita immensa…/Canto l'Uomo Moderno".
La poesia " O Capitano, Mio Capitano" per l'assassinio di Abramo Lincoln nel 1865, combattente vincente della democrazia e la liberazione dalla schiavitù, è una delle più note per il modo in cui identifica la sua vita e la sua poesia in questa lotta di una liberazione mai compiuta.
Una citazione ancora dal Whitman è sulla vita in campagna che non deve essere considerata una fuga dalla realtà, anzi, un luogo in cui temprarsi.
E' accanto a citazioni da altri poeti, John Musefield, Cowley e Dryden.
Quando si sono esauriti tutti i tentativi di rapporti soddisfacenti che resta? " Resta la Natura per far uscire dai loro torbidi recessi le affinità dell'uomo e della donna con gli spazi aperti, il sole di giorno e le stelle dei cieli di notte". ( Op.cit., pag. 266, ed. it.)
Rispetto al Whitman, Paul Harris pone in primo piano l'amicizia e cita Ralph Emerson a proposito del fatto che "chi ha mille amici non ne ha nessuno".
Il rapporto di amicizia non può che essere sempre e solo personale.
Ralph Emerson ha influito radicalmente sulla cultura americana e le ha impedito di cadere da una parte nella tentazione del superomismo individualistico e dall'altra nel nichilismo di massa, due aspetti fondamentali della decadentismo della cultura europea.
Sono sue le tesi: "E' stato detto che è il tempo della prima persona singolare" "Nulla al fine è più sacro dell'integrità della vostra propria mente".
Self-Reliance ( 1841 ) è la parola chiave del suo messaggio: Fiducia in se stessi. Viene considerato il profeta del liberalismo religioso. Il suo trascendentalismo è evangelico. C'è un io comune dentro di noi che affonda nella Natura, espressione di una Vita spirituale superiore di cui siamo parte, che costituisce il fondamento della nostra vera società e ci lega agli altri. Ognuno di noi è responsabile in prima persona di quello che fa.
La fiducia in se stessi è la chiave di volta di un individualismo che non si chiude agli altri, né è sopra gli altri, e cerca nella propria iniziativa la possibilità di un continuo riscatto.
E' il messaggio che é alla base dei pionieri, dell'uomo di frontiera che si avvia a nuovi mondi.
Si lasciano le vecchie terre per andare a coltivarne di nuove con nuovi mezzi.
C'è un brano di Henry David Thoreau, che si considera seguace di Emerson, che Paul Harris riporta sulla necessità di andare verso terre paludose da bonificare quando la vita delle città diventa insostenibile: "La speranza e il futuro per me non stanno nei prati e nei campi coltivati, né nelle città e paesi, ma nelle paludi impervie e tremanti" ( pag.262,ed.it.).
C'è anche chi ha sostenuto che in questo atteggiamento si trova una risposta positiva alla Creative destruction, alla distruzione creativa tipica del capitalismo che secondo Joseph Schumpeter riesce a rinnovarsi solo lasciando dietro di sé le rovine di un mondo obsoleto.
Questa fiducia in se stessi è il segreto di una marcia inarrestabile, dalla catena di montaggio di Henry Ford alla rete globale di Bill Gates. Ci sono salti di cultura che creano vuoti dietro di sè, ma aprono nuove vie.
Allora si tratta di saldare il vecchio e il nuovo al di là delle inevitabili fratture.
L'aspetto nuovo in Paul Harris è la fraternità, che pone limiti alla libertà indiscriminata e al livellamento egalitario.
C'è in This rotarian age, del 1935, un diretto riferimento al poeta scozzese Robert Burns ( 1759-1796 ) per il suo Inno alla fraternità, The Brotherhood of Man, "A Man's A man For A' That", "Per tutto questo e per tutto quello", che Paul Harris considera la vera base della filosofia rotariana. "…Per tutto quello, il principe può cingere/ la spada a un cavaliere,/ elevare un marchese o duca, ma nel loro cuore/ gli uomini onesti hanno potere e guida,/ per tutto questo hanno un dono supremo / Per tutto quello e tutto questo/ Le dignità, dai potenti, sono/ a quel fine rivolte./ La coscienza dell'autentico significato / innalza gli uomini al più alto rango".
E' stato notato che la moglie del poeta aveva il nome Jean, Jean Armour come Jean Harris, e che il padre di Burns proveniva dalla sua stessa città scozzese, Kincardineshire, e che una poesia alla moglie era anche la sua preferita.
Questo poeta della libertà fraterna ha lasciato nel dialetto scozzese le sue canzoni popolari più belle, con uno spirito libertario di rivolta, è noto per il testo di Auld lang syne, Vecchi tempi andati: "Si dovrebbero dimenticare le vecchie/ amicizie e non ricordarle più? Si dovrebbero dimenticare le vecchie/ amicizie e i giorni lontani e passati?...". E' stato musicato nel Valzer delle candele, reso famoso dal film Waterloo Bridge. " Domani tu mi lascerai e più non tornerai…".
E' il canto del ricordo di ciò che abbiamo amato e sognato insieme e deve rimanere ancora con noi.
In Paul Harris fraternità diventa "amicizia", brotherhood diventa friendship, il legame che stringe i soci di un Club e aiuta a comprendere il punto di vista degli altri salvando la propria identità e integrità personale.
Orbetello, 15 Aprile 2005
PdG.Pietro Castagnoli

Venerdi 18 febbraio La serata del centenario

C'erano tanti soci, ma non in quantità sufficiente. Vogliamo e dobbiamo apertamente dirlo perché siamo tra amici, in certe ricorrenze la presenza è d'obbligo.
Era una serata conviviale normale ed era prevista la sola relazione commemorativa del nostro, sempre disponibile, PDG Pietro Castagnoli, quindi una serata voluta dal Presidente Domenico Girotti senza cerimonie, per ricordare l'evento tra di noi. La parte pubblica avverrà alla presentazione dell'azione dell'annata in cui sarà presentato il recupero
delle tavole dell'architetto Cesenate…….vissuto alla fine del 1700. Architetto sognatore di una città ideale mai realizzatasi,ma con idee rispettabili e molte delle quali molto moderne.
Altra serata pubblica è stato il convegno sulla fecondazione assistita con due relatori, ognuno per la sua parte che hanno cercato entrambi, senza condizionamenti di spiegare le rispettive posizioni a tutti quelli che sono intervenuti , per capire e non per convincere. Di questo riporteremo più avanti in un altro articolo.
Pietro Castagnoli, Rotariano pubblico e ben conosciuto nel Distretto ed in Italia, è dovuto per dovere, andare a due serate a Grosseto e ad Arezzo che facevano nella stessa serata delle commemorazioni del Centenario. Prima di partire ci ha lasciato il bellissimo articolo già preparato per l'occasione e che più avanti riportiamo.
Il Presidente Girotti dopo aver detto alcune parole di ricordo ha parzialmente letto l'articolo.
Ha completato la serata parlando dell'orgoglio di essere Rotariani citando dati, personaggi ed informazioni sul Distretto e sulla Rotary Foundation, Pier Luigi Pagliarani accompagnando le sue parole con diapositive che anche riportiamo a parte e che sono abbastanza chiare da sole.
E' stata una serata tipicamente rotariana breve e piacevole che ha aiutato molti a capire e chi aveva già capito a ricordare ed apprezzare.

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