LA CONSEGNA DEI PAUL HARRIS FELLOW
Siamo giunti alla nona edizione.
Il centenario del Rotary International coinciderà col decennale del nostro premio.
Nato nel 1995 negli anni ha aumentato fama e prestigio, grazie anche allo spessore dei personaggi finora premiati: basta scorrerne l’elenco dei premiati: Vittorio Bonicelli (regista), Giuseppe Pascucci (tele stampate), Dino Pieri (scrittore), Attilio Babbi (prodotti dolciari Babbi), Walter Galli (poeta dialettale), Biagio Dradi Maraldi (esperto d’arte), Davide Trevisani (presidente Trevi), Nevio Lotti (industriale), Gino Pedrelli (scrittore e poeta dialettale), Alberto Sughi (pittore), Bruno Piraccini (Amministratore Delegato Orogel), Marino Biondi (scrittore e professore di storia), Otello Bianconi (titolare di Nuova Vetreria Artistica), Giovanni Bartoli (Direttore del Conservatorio Maderna), Daniela Savoia (Direttice della Biblioteca Malatestiana), Francesco Amadori (Presidente del Gruppo Amadori).
Quest’anno, come abbiamo già riferito, l’apposita Commissione presieduta da Africo Morellini a deciso di assegnare il premio a Nevio Lotti, Presidente della società di Studi Romagnoli, a Domenico Neri, imprenditore e titolare della Neri S.p.A. Fusioni Artistiche e a Maria Letizia Antoniacci, restauratrice di opere d’arte (quest’ultima indicata dal Gruppo Consorti).
Maria Letizia Antoniacci: è nata a Cesena dove nel 1984 consegue la maturità classica.
Nel 1987 ottiene l’attestato di “Addetto alla lavorazione artistica e al restauro dei dipinti rilasciato dalla Regione Toscana”.
Convinta sostenitrice della necessità di un aggiornamento continuo, ha seguito diversi corsi su tecniche artistiche e metodologie di restauro, perfezionamento e stages: tra gli altri un corso teorico pratico su metodologie enzimatiche per la pulitura e il restauro delle opere d’arte a Torino, un corso di conservazione degli affreschi a Bologna, un corso di recupero e di restauro di intonaci antichi a Cesena, un corso di perfezionamento a di restauro di dipinti su tela a Reggio Emilia e Bologna, un corso di aggiornamento sui materiali di recupero del patrimonio edilizio esistente a Forlì.
Inizia a lavorare nel 1979 collaborando con la restauratrice Mirella Simonetti, importante personalità bolognese.
Nel 1990 inizia l’attività autonoma rivolta prevalentemente ad opere tutelate dal Ministero per i Beni e le attività Culturali.
Lavora per : la Soprintendenza per il patrimonio artistico, storico e demo-etno-antropologico di Bologna, L’Istituto per i Beni Culturali dell’Emilia-Romagna, Museo Boldini di Ferrara, Istituzione della Biblioteca Malatestiana, Pinacoteca di Forlì, Museo di arte sacra di Longiano, Museo Mambrini di Galeata.
Ricordiamo qui solo alcuni dei suoi lavori e i più importanti monumenti che si sono avvalsi della sua opera: Cattedrale di Cesena: cupola della cappella della Madonna del Popolo, affreschi di C. Gianqinto (1750) e stucchi dorati – Abbazia del Monte di Cesena: affreschi di G. Longhi (ca. 1565) – Cesena, Chiesa di Sant’Agostino. La strage degli Innocenti, olio su tela del Razzani (1627) – Ferrara. Museo Boldini, Il Bove, olio su tela di Carlo Carrà (1931) – Longiano: Convento del S.S. Crocefisso, Crocifissione, olio su tela di Scipione Sacco (sec, XVI) – Forlì: Pinacoteca, Ritratto dell’Abate Santerelli, olio su tela di Pompeo Batoni (sec. XVIII) – Faenza: Parrocchia di Santo Stefano, Martirio di San Sebastiano, olio su tavola di Ferraù Fenzoni (sec.XVI).
Altri lavori si trovano in varie chiese di Faenza, a Mercato Saraceno, Gambettola, Ranchio, nel Museo di Pianetto e i molte chiese e edifici civili di Cesena.
Attualmente è impegnata con il restauro di pitture (olio su tavola) nella Cattedrale di Forlì e nella Chiesa della Commenda di Faenza nel recupero e restauro di affreschi staccati dall’abside.
Maria Letizia Antoniacci è una giovane restauratrice, ma già affermata e con un curriculum di tutto rispetto; gli facciamo sinceri auguri di una brillante carriera e congratulazioni per il premio.
Purtroppo i restauratori sono in generale scarsamente conosciuti al di fuori di una stretta cerchia di “addetti ai lavori” dove invece godono di grande stima e considerazione ; devono avere la sensibilità dell’artiste, la cultura e le conoscenze di un esperto professionista, la manualità di un abile artigiano.
Tanto più bravo è il restauratore, tanto più importante è il lavoro che gli viene commissionato ; tanto più famosa è l’opera da restaurare e la fama dell’autore, tanto più viene ingiustamente trascurato il nome del restauratore.
Tuttavia il loro difficile e oscuro lavoro è indispensabile e quanto mai prezioso: basta ricordare la quantità e l’inestimabile valore delle patrimonio artistico italiano.
Prof. Luigi Lotti : Possiamo dire di lui che è un vecchio amico del club; in passato è già stato nostro ospite per interessanti “lezioni” di argomento storico: è nota la sua vasta cultura storica (storia moderna soprattutto) e la sua indiscussa autorevolezza.
Dopo aver compiuto gli studi secondari al Liceo Scientifico di Ravenna negli anni del dopoguerra, si è laureato alla Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze, discutendo con il Prof. Giovanni Spadolini la tesi su “I Repubblicani in Romagna dal 1894 al 1915”.
All’Università di Firenze ha percorso tutto il curriculum accademico: professore di storia moderna e di storia contemporanea, è stato Preside della Facoltà dal 1974 l 1992.
Dal 1991 è Presidente dell’Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea.
Dal 1978 è presidente della Società di Studi Romagnoli.
I suoi studi si sono incentrati sulla storia italiana del XIX del XX secolo nel quadro delle contemporanee vicende europee.
Ha approfondito aspetti e momenti del Risorgimento Italiano e delle lotte politiche nell’Italia unificata.
In particolare si è occupato delle Istituzioni Parlamentari, dei sistemi elettorali, delle maggioranze di governo e soprattutto delle forze politiche che nei diversi periodi hanno caratterizzato il quadro politico italiano.
Tra le sue opere principali relative al 1800 vi sono studi sul movimento mazziniano prima e dopo l’unità, su uomini politici come De Pretis e Crispi e sulla crisi di fine secolo ; per quanto riguarda il ‘900 ci sono studi e pubblicazioni sulla ”settimana rossa”, sul collasso delle istituzioni liberali e sull’avvento del fascismo dopo la prima guerra mondiale, sulla ripresa della vita politica dopo la seconda guerra mondiale, sui Partiti e la lotta politica in Italia nella seconda metà del secolo.
Oggi si parla tanto di riscoperta delle radici ; si afferma che non c’è futuro senza avere un passato ; non si possono affrontare le sfide senza la consapevolezza della propria identità culturale e della propria storia.
Per queste ragioni è indispensabile il lavoro, le ricerche, gli studi degli storici e ha fatto bene la Commissione presieduta da Africo Morellini a proporre un Paul Harris a Luigi Lotti al quale rinnoviamo la nostra stima e la nostra amicizia.
Domenico Neri : E’ nato a Sarsina nel 1924. Risiede a Longiano.
Possiede l’abilitazione magistrale e il diploma di geometra.
Ha iniziato a lavorare nel 1941 nel Comune di Alassio (SV), poi in quello di Cesena, prima all’ufficio scolastico, poi all’ufficio tecnico. Nel 1952 si impiega presso un Impresa di Costruzioni che lascia dopo cinque anni per dedicarsi alla Libera Professione e anche alla rappresentanza di aziende per la vendita di materiali per l’edilizia.
Nel 1962 dopo aver collaborato con un artigiano produttore di apparecchi di illuminazione per interni, intuisce la possibilità di dedicarsi alla illuminazione stradale e fonda la società “Neri”.
Intorno agli anni ’70 comincia a rivolgere maggiore attenzione verso i centri storici avvalendosi anche degli studi in architettura fatti nel 1944.
Agli inizi degli anni ’80 rinuncia all’illuminazione stradale generica per dedicarsi esclusivamente ai centri storici e, per questi, non solo alla progettazione e produzione degli apparecchi per l’illuminazione ma anche di tutto l’arredo urbano in stile, con risultati che oggi fanno della Neri S.p.A. l’Impresa di questo settore più affermata in Italia e all’estero.
Attualmente Domenico Neri e Presidente della Neri S.p.A. di cui è Amministratore delegato il figlio Antonio. Insieme hanno creato a Longiano il Museo Italiano della Ghisa che nel 1988 la giuria del Premio Guggenheim “Impresa e Cultura”, con la segnalazione al merito, ha definito “fantastico”.
Nel 1996 si è dedicato alla scultura sul tema della Commedia dell’Arte, esponendo sue opere (maschere e personaggi della Commedia dell’Arte) al Teatro Petrella di Longiano nel 2000 e nel 2001 a Palazzo Isimbardi sede della Amministrazione Provinciale di Milano.
Nel giugno del 2003 ha donato 31 bronzi al Comune di Longiano che ha istituito il “Fondo Permanente di Scultura Domenico Neri” nell’ex Convento di San Girolamo a fianco del Teatro Petrella.
Anche dal solo freddo curriculum emerge chiaramente la peculiare caratteristica della personalità di Domenico Neri ; lui ha sempre considerato i brillanti risultati ottenuti non come punti di arrivo, ma come trampolini per traguardi ancora più prestigiosi.
Al culmine della carriera, a più di settant’anni, ha deciso addirittura di intraprendere anche una nuova attività, dedicandosi con successo all’arte della scultura.
Il nostro club assegna ogni anno il Paul Harris a cittadini benemeriti che si siano particolarmente distinti o nelle attività umanistiche e artistiche o nel campo dell’imprenditoria ; Neri è stato premiato per i lusinghieri successi della sua Impresa, ma in tutte le opere di sua produzione (non solo nelle sculture) c’è anche la mano dall’artista.
Possiamo dire che il suo Paul Harris vale per due.
Neri ha personalmente raccontato e commentato la sua storia e le vicende della sua Impresa (che in fondo sono un’unica storia) e al termine ha consegnato a tutti i presenti una voluminosa cartella contenente la storia della ditta e una ricca documentazione storica e fotografica dei musei di Longiano e delle realizzazioni della Neri S.p.A. in tutto il mondo (opere di arredo urbano e soprattutto apparecchi di illuminazione) : esse si trovano in quasi tutti i centri storici italiani e all’estero a Dublino, a San Pietroburgo, a Montecarlo, a New York, in alcuni Emirati Arabi, a Eurodisney.
Tutti tengono ovunque alto il nome della nostra imprenditoria
I musei di Longiano, unici al mondo, costituiscono una sicura attrattiva, un richiamo turistico e meritano tutti una accurata visita.
Carlo Bottari