APPUNTI SULL'IDIR
Il nome è antipatico come tutti gli acronimi e noioso come i titoli che infondono sudditanza o scolarità a tanti cui la scuola della vita ha già insegnato tante cose.
Non è così la sostanza, fatta d'interventi con relatori a volte discutibili, ma mai banali, su argomenti non chiamiamoli rotariani per non dare un aggettivo che dovrebbe essere indicativo, ma che può essere inteso come retorico e non lo è, ma sicuramente molto importanti. Direi essenziali per tutti, ma soprattutto per coloro che intendono vivere con un po' di essere in più.
Si è parlato di futuro, di giovani, di famiglie, di quel grande capitale che è per tutti la fondazione Rotary, dei 4 milioni di dollari da noi investiti finora nell'eradicazione della polio, investiti non spesi, perché il salvataggio di vite umane specialmente di bambini è un investimento nel futuro e se considerato anche egoisticamente è una sorta d'assicurazione. E se uno di quelli diventasse in futuro quello che salverà la vita ad un nostro nipote o a noi?
Ma l'uomo d'oggi corre non percorre, va avanti senza vedere al di la del suo particulare, a cosa giova?
Non ci stancheremo mai di parlare d'interventi umanitari, di cultura, di tendere la mano che è il motto del presidente del Rotary International cui la vita ha riservato una brutta sorpresa. Non appena cominciato il suo servizio ha perso la moglie ed ha proseguito riprendendo a stendere la mano o a lottare per farlo.
Uno degli argomenti toccati dai relatori, caro a Rino Cardinale attualmente la terza carica del Rotary International, è stato quello della qualità dei rotariani, come uomini e donne, come professionisti, imprenditori. Vogliamo e dobbiamo crescere come numero di Club, come soci, ma la crescita presuppone una scelta oculata delle qualità morali delle persone, della loro credibilità come rotariani, che devono appartenere all'elite cittadina. Con dispiacere è stato fatto notare che qualche socio ha dei comportamenti normalissimi e moderni, ma che in certe occasioni non sono da rotariani, dall'abbigliamento in occasioni importanti, al comportamento disinvolto durante le conviviali come se fosse il Club ad avere lustro dalla loro presenza. E magari qualcuno di quelli ha cercato con ammiccamenti o richieste velate di essere presentato al Club ora sta scamiciato o sbracato anche quando ciò non dovrebbe essere possibile.
Un Prefetto coraggioso di un club prestigioso mi raccontava di aver regalato a tutti i soci del suo Club un manuale di Bon Ton facendo anche qualche scontento, ma con un risultato pratico di ottenere un comportamento maggiormente consono al distintivo che molti non mancano d'indossare in ogni occasione.
Non sono cose spiacevoli da sentir dire per coloro che rotariani sono nati, siano essi nel Club o meno, ma criticate aspramente da coloro che per autodifesa o autogiustificazione, considerano che l'abito non faccia il monaco.
Si è parlato anche di giovani, per ricordare a tutti i soci che i giovani sono un investimento e quelli bravi e capaci vanno adocchiati e possibilmente cooptati.
Per i rotariani, come per i cattolici l'inflazione, l'età non esiste.
Esiste, esiste.
Partecipate ai prossimi eventi distrettuali, fate conoscenze e rinverdite quelle vecchie, fa bene alla salute morale, fa bene al Rotary. Partecipate criticando o proponendo perché come scriveva uno famoso, le foglie sulla corrente non hanno mai cambiato il corso del fiume.
Pierluigi Pagliarani